Sono molto numerose le creazioni artistiche elaborate dall’uomo preistorico sulle pareti delle caverne. Le pitture rupestri più famose e più numerose vanno dal 15.000 all’11.000 a.C., come quelle rinvenute nelle caverne della Dordogna (Lascaux), dell’Ariège (Niaux, Les Trois-Fères) e della Spagna (Altamira). Quattro quinti delle figure sono animali, e di questi la maggior parte rappresentano cavalli e bisonti, gli ungulati delle pianure gelate. La renna compare solo verso la fine, con l’ultima avanzata dei ghiacci. Secondo quanto sostengono la grande maggioranza degli studiosi, queste rappresentazioni di animali alludono a riti e a forme di magia legati alla caccia. Vista l’importanza che aveva la caccia in queste arcaiche società, è molto credibile che le cerimonie che dovevano garantire il felice esito della cacciagione avessero un posto centrale.
Pubblicato da retroguardia
Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA".
Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana.
Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc).
Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.
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