Breve annotazione sul paesaggio bucolico nell’opera di Virgilio

bucoliche

Il paesaggio bucolico nell’opera di Virgilio concorre ad approfondire i sentimenti dei personaggi: ciò è particolarmente evidente nella I ecloga, dove sono messi a contrasto Titiro, il pastore fortunato che grazie all’intercessione di un potente, definito deus, ha potuto conservare la propria terra, e Melibeo che, invece, incarna la sorte degli agricoltori italici, costretti a cedere il loro campi ad un impius miles e ad emigrare con le loro povere masserizie.

Vale la pena di ricordare in proposito le parole con cui Eduard Fraenkel sottolinea l’importante novità della poesia virgiliana: «La facilità di dare espressione in poche parole ai tratti caratteristici di un determinato paesaggio e di svegliare nel lettore una ricchezza di sensazioni che nel suo spirito si collegano direttamente con questo particolare paesaggio, questa facoltà […] non è mai esistita nella poesia antica, neppure in quella greca, con la stessa forza come nella poesia augustea. Mai prima la rappresentazione del colore e dell’atmosfera di un paesaggio per mezzo dei suoni e del ritmo, è riuscita così perfettamente come negli ultimi versi della I ecloga di Virgilio» (1).

 

(1) E. FRAENKEL, Carattere della poesia augustea, in «Kleine Beitrage», II, Roma, 1964, p. 228.

f.s.

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.