Albert Caraco, “Post mortem”(incipit)

[Ho letto questo libro e lo trovo sconvolgente, crudo e spietato. Consiglio la lettura (f.s.)]

Albert Caraco, Post mortem, traduzione dal francese di Tea Turolla, Adelphi

Trascrivo l’incipit:

“A Max-Alain

Schwendimann

La Signora Madre è morta, l’avevo dimenticata da qualche tempo, la sua fine me la restituisce alla memoria, magari solo per poche ore, meditiamoci sopra prima che ricada nel dimenticatoio. Mi chiedo se le voglio bene e sono costretto a rispondere: No, le rimprovero di avermi castrato, poca cosa davvero, ma insomma… mi ha trasmesso la sua complessione ed è più grave, perché soffriva di alcalosi e allergie, io ne soffro ancora più di lei e i miei malanni non si contano, e poi… e poi mi ha messo al mondo e io professo l’odio per il mondo.

Io non mi volgo a considerare la mia vita, questo mi rende assai poco sensibile e ormai da anni ho estirpato da me il compiacimento, sono simile allo scoglio sferzato dalle onde, il mare è grigio e il cielo è nero, le nubi passano e le opere restano. Mi radico nel rifiuto del dolore come in quello della gioia, il mio amore va solo alla santa indifferenza e ormai mi confondo con lei, tutta la mia vita è una scuola di morte, d’altronde io non ho meriti e dall’infanzia non sono mai stato bene un attimo, sempre in preda a malesseri e tenuto in piedi a forza di medicine.”

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.