Perché scrivere. Viaggiatore solitario – Pier Vittorio Tondelli

Perché un giovane di ventiquattro anni decide di scrivere? È una forma di autoterapia? Sei d’accordo?

Penso che la scrittura come altre forme di creatività e di invenzione artistica serve sempre a colmare quello che si chiama uno scarto fra dei sentimenti e modi di vita personali e quella che è la realtà di tutti i giorni. Non credo che sia patologico, che si tratti di una malattia, semplicemente un modo per stare dentro le cose, standone però un po’ in disparte e riordinare tutto ciò che fuori di te ha senso, per produrre un senso che ti faccia vivere e ti faccia continuare a vivere.

da STORIE, GENERAZIONI, LINGUAGGI di Francesco Brancatella e Marino Sinibaldi in Pier Vittorio Tondelli, Viaggiatore solitario, Bompiani 2021

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.