Tra le righe dello “Zeroismo” di Shajil Anthru

Tra le righe dello “Zeroismo” di Shajil Anthru


di Antonino Contiliano

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Esaminando la storia della letteratura, sia essa premodernista,

modernista, postmodernista o metamodernista, è evidente

che la lingua è l’involucro di tutta la letteratura.

Shajil Anthru (Zeroismo)

Catamodernismo è l’affondare della modernità,

è l’affondare della modernità, delle sue utopie

e delle sue conquiste, travolte nelle contrazioni

spasmodiche di un’epoca che non sa più dove attaccarsi

Francesco Muzzioli (Catamoderno)

Il critico deve limitarsi a intercettare il senso dell’opera o anche

sottoporla a giudizio? E da quale specola, quella dell’oggetto

o del soggetto, cercando cioè di penetrare le ragioni

del testo o assumendo a guida i propri gusti e inclinazioni?».

Francesco Muzzioli (Le teorie della critica letteraria)

Leggere in italiano (traduzione dall’inglese) “UNVEILING THENEW WORLD- SHORTEST STORYTO ZEROISM-INCLUDES One Word Story, 2023” di Shajil Anthru (di madre lingua, il malayalam), è – come scrive Francesco Muzzioli (docente di “Critica letteraria e Teoria della letteratura” alla Sapienza Università di Roma, ora a riposo) – una lettura “tra le righe”. Tra le righe per l’individuazione (da parte di chi scrive) e la conservazione dei nuclei essenziali (che privilegiamo) della figura e del pensiero dell’autore indiano che ci si presenta in nove comparti: ACKNOWLEDGEMENT, PREFACE, INSPIRATION, LIVE AND LET LIVE, SHORTEST STORY TO ZEROISM, THE PHILOSOPHY OF ZEROISM, ONE-WORD STORY, ABOUT SHAJIL ANTHRU, EPILOGUE. Tra le righe perché la sua riflessione – toccando (il tatto rispetto al vedere – il senso del di fronte e della distanza – è riflessivo e toccante: si tocca e si è toccati) il rapporto tra scritti di letteratura e teorie linguistiche sull’origine del linguaggio –, manipolandone l’uso e le incidenze, fa riferimento a teorie tipiche quali “la teoria dell’arco, la teoria del pooh-pooh, la teoria del ding-dong, la teoria dello yo-he-ho, la teoria del ta-ta e la teoria della la-la, la teoria Ey”. Teorie che in genere fanno derivare il linguaggio dalle “risposte vocali automatiche al dolore, alla paura, alla sorpresa o ad altre emozioni: una risata, un grido, un sussulto”, come la teoria “pooh-pooh” e quella “la-la” (teoria che lega il linguaggio ai “suoni della giocosità ispirata, dell’amore, della sensibilità poetica e del canto”) e cui è vicina “La storia ‘Ey’”. Teorie che non distanziano il contatto con l’esperienza senso-percettiva (il fare esperienza del mondo di tutto il genere umano fin dalla sua comparsa sulla terra e senza differenze di stirpe, razza…). Una radice che è rimasta tale anche quando è stato affiancata dal linguaggio verbo-scrittura simbolico formalizzato e articolato ai fini delle scritture letterarie. EY (Ehi), ai confini del linguaggio oggettivo, degli enti concettualizzati e logicamente concatenati (come scrive lo stesso autore), è il racconto più breve mai pubblicato al mondo, ma “il linguaggio è diventato informe. Ey è il racconto del periodo ‘Oltre il meta-postmodernismo’. Questa storia conclude anche l’evoluzione del linguaggio. Al di là del meta-modernismo, il suo linguaggio è simile a quello della preistoria”. Tra le righe (secondo chi scrive) sembra si voglia recuperare il senso-percettivo dello scrivere letterario essenzializzato all’osso per sottrarlo al degrado dall’odierna estetizzazione del mondo capitalistico digitalizzato e globalizzato. Ora, sempre tra le righe, sembra ci corra (per inciso) una certa sintonia con la denuncia dello stesso “degrado” dello scrive che Francesco Muzzioli de “La sigla del GAFAM – Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft – (https://francescomuzzioli.com/2023/07/05/la-letteratura-al-tempo-del-gafam/#more-3335) ha indicato nella sua “catamodernità” (il degrado e la dissoluzione dei paradigmi della modernità). Tra le righe non poco interesse ci suscita – allora – l’esplicita vocazione a un “linguaggio universale” di Shajil Anthru, il fondatore dello “Zerismo” (l’azzeramento del “cinismo” linguistico e la riproposizione di un linguaggio universale in vista del rilancio dell’unità naturale del genere umano risalendo alle origini pulsionali-emotivo-naturali del linguaggio umano. Un’unità che Shajil Anthru raffigura nell’immagine metaforica (e non solo) del cerchio, un cerchio fenomenico ancora misterioso di “corrispondenza inconfutabile tra la natura e la propria vita” dove “L’uomo origina la sua vita da NESSUNO e finisce in NESSUNO. Non conosciamo il prima e il dopo della vita”. È lo “Zeroismo”. Un’ideo-logia, la filosofia dello “Zerismo”, che a fronte degli interrogativi iniziali della “speculazione” di Shajil Anthru, come un nuovo universalismo linguistico, e ancora tra le righe, non può non porsi in termini di sfida e conflitto con l’attuale universalismo-urbi-et-orbi della lingua ingegneristico-digitale: l’artificialità contro la naturalità dei segni linguistici pulsionali (?). D’altronde lo stesso autore nel tracciarci il suo portfolio si identifica come un “Letterato, Tecnocrate e Accademico”; e ciò, ci pare, a sostegno del suo UNVEILING THE NEW WORLD-SHORTEST STORY TO ZEROISM (Copyright © Shajil Anthru All Rights Reserved, 2023). Una proposta di lotta per combattere il “postmodernismo”, il “metamodernismo” e tutti gli “ismi” dove la stessa modernità ha generato l’età della stessa rivoluzione elettronica e informatica (e la sua produzione culturale e politica di assoggettamento). Ma il regresso ai primordi del linguaggio umano ferma il “Post-Meta-modernismo”? Il cerchio-zoroismo (dove ogni punto è un insieme infinito, senza inizio e fine) rompe definitivamente con il ‘meta’ del “post-metamodernismo”? Il metamodernismo, tanto per un semplice richiamo filosofico di tipo hegeliano, non è come il cattivo infinito (il meta del meta del meta del meta …), quello che va avanti o in indietro superando il ‘limite’ (cosmologico o linguistico) per riproporselo sempre o in regresso o in progresso senza mai arrivare a una fermata determinata e ultima (quella della durata “eterna” e universale)? Ora l’arresto ai primordi del senso-percettivo primordiale – questione! – è un superamento del meta, meta, meta …? O non è, piuttosto, un blocco del cattivo infinito cui Shajil si/ci rapporta con la metafora del cerchio? E il cerchio-zero non è una grandezza matematica evanescente? Una grandezza che non arresta mai il regresso o il progresso infiniti? È veramente una via di fuga che origina un fondamento linguistico universale e perfetto? O gli interrogativi di partenza di Anthru interrogante – “Di quale tonalità ho bisogno? Quale credo preferisco? Di quale sesso ho bisogno? Quale razza devo essere? Quale occupazione devo svolgere?” – hanno ancora bisogno di trovare il “tra” che media le parole e le cose come una matrice unitaria che, sì amorfa, è però in continua evoluzione di forme. Del resto (crediamo) che i maestri di cui fa nome nel manifestarci la sua identità di scrittore sperimentatore e intellettuale d’impegno contro le discriminazioni – Karl Marx e Leonardo da Vinci – non hanno seguito l’evolversi delle forme della storia e della natura in un intreccio indissolubile piuttosto che di scissioni fuori sesto? Da Marx prende l’idea del “bene comune” per rendere felici “il maggior numero di persone” (Prefazione). Leonardo da Vinci gli funge invece da “modello”. Leonardo da Vinci – scrive Shajil – mi ha insegnato che solamente “un ingegnere può essere un ottimo insegnante e artista/poeta. […] solo un artista/poeta può essere un eccellente ingegnere” (ivi).

Shajil Anthru è un editorialista freelance, ma è pure autore del racconto più breve – tre parole (rispetto a quello di sei di Ernest Miller Hemingway). Il malayalam è la sua lingua madre, ma scrive anche in lingua inglese (per inciso, la lettura di chi scrive è fatta però su una traduzione italiana curata dallo stesso Shajil). Il suo profilo/portfolio, prospettatoci nel suo UNVEILING THE NEW WORLD-SHORTEST STORY TO ZEROISM, presenta però altri tratti individualizzanti il nostro autore (cfr. Preface): 1) è fondatore “della Poesia a lisca di pesce” (intreccio di parola, immagine, suoni e danza come una nuova forma poetica mondana- idea-di-un-nuovo-mondo!); una forma della creatività critica dove però è la “parola” – proferita dalla bocca del pesce – è quella che ordina i segni e il senso del conflitto etico-politico e culturale; 2) è capo redattore di “Litterateur Redefining world” (rivista internazionale di letteratura, arte e poesia) e capo di una “Leadership Poetica” (con il suo “futuro per un mondo sostenibile”); 3) è il sostenitore di un’alternativa possibile all’attuale deriva dittatoriale del neocapitalismo liberistico e del suo monolinguismo automatizzato; 4) è soggetto e soggettività che stimola la “fuga” dagli “ismi” per fondare l’universalismo di ciò che è ‘naturale’; 5) è un fautore dell’eguaglianza degli individui e dei popoli nelle ‘differenze’ proprie a ciascuna delle parti del ‘vivente’: vivi e lascia vivere: la forma di vita dove la “differenza” non è correlata rispetto al “medesimo”, il tipico e lo stereotipato identitarismo delle democrazie autoritarie del “liberalismo” occidentale discriminante e demonizzante le differenze (Michel Foucault della biopolitica contro il biopotere del capitalismo informatizzato contemporaneo … e dell’esclusione dei diversi); 6) è progettista della sezione di lavoro “Reflectoem”. Reflectoem è un momento inderogabile di “riflessione delle proprie espressioni naturali di sentimenti e idee”; quelle espressioni cioè che enunciano il rifiuto totale di tutte le discriminazioni inerenti alle differenze di lingua, paese, razza, credo/colore o genere. Le ingiunzioni che hanno accumulato disastri su disastri con i loro dualismi oppositivi e di guerra al diverso.

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.