SUL TAMBURO n.24: Synthesis, “Viaggio di un piccolo principe”

Senza titolo-1Synthesis, Viaggio di un piccolo principe, a cura di Mario Costanzi, Roma, Terre Sommerse, 2015

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di Giuseppe Panella

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Mario Costanzi è un sacerdote, parroco in paesini probabilmente bellissimi e probabilmente sperduti in quel del Senese, appassionato di scrittura e di canto e suonatore di chitarra.

Il suo interesse per il romanzo di Saint-Exupéry nasce nel 1987 attraverso la sua collaborazione con una misteriosa Mademoiselle Margot con cui mette in musica alcune situazioni del Piccolo Principe trasformandole in canzoni. Da allora, il suo amore per questa vicenda capace di far commuovere (e far pensare) grandi e bambini è continuata molto a lungo nel tempo fino a culminare in questo Viaggio… come spettacolo strutturato in una serie di passaggi musicali legati alle principali vicende raccontate nel romanzo.

«Dopo l’esperienza di Margot, tra un lavoro saltuario e l’altro, decisi di impegnarmi seriamente a leggere Il Piccolo Principe, un po’ per evitare figuracce future, ma soprattutto perché davvero ero incuriosito da quella storia strampalata e dolce allo stesso tempo. Vi confesso che una delle cose che ricordo meglio della mia prima esperienza di lettura è che rimasi molto sorpreso della decisione del Piccolo Principe di partire dal suo pianeta, perché partire voleva dire lasciare la rosa che con tanta cura aveva accudito, e con la quale sembrava proprio fosse nato qualcosa di speciale. Iniziai a domandarmi cosa era quella forza interiore che lo spingeva a recidere un legame che pure era così forte, un legame fatto di piccoli gesti e parole seminati giorno dopo giorno nel terreno dove era nato e cresciuto quel fiore » (p. 9).

Da un rapporto viscerale con l’opera di Saint-Exupéry, quindi, nasce questo libretto (comprensivo di un CD con le canzoni eseguite quasi tutte da Costanzi) in cui i principali temi e le vicende più significative della “fiaba per adulti” vengono trasformate in versi e in emozioni.

Sono molto interessanti le soluzioni vocali e ritmiche adottate in alcuni dei testi che compendiano in poche battute le invenzioni fantastiche ed evocative dello scrittore francese.

Nel caso del Tema della rosa, ad es., ecco il risultato della ri-elaborazione fantastica di Costanzi:

«Ho piantato una rosa nel mio giardino / le ho dato acqua fresca ogni mattino / l’ho guardata come fosse una figlia mia / come fosse una rosa mia // Ho piantato una rosa lì nel giardino / le ho dato ciò che avevo niente di meno / l’ho messa lì che avesse sempre il sole / che vedesse tanto sole // Ho piantato una rosa e non credevo / che fosse così bello io non lo sapevo / E quando poi la sera ritornavo a casa / salutavo sempre la mia rosa» (p. 75).

La rosa come forma della rappresentazione di ciò che non deve morire e che bisogna accudire e seguire perché non si estingua diventa il simbolo dell’anima dell’uomo che ha bisogno di essere curata e amata come qualcosa di prezioso, come ciò che di più prezioso essa ha per manifestare la propria unicità e la propria diversità. Coltivare la rosa (così come il cultiver mon jardin del Candide di Voltaire da cui l’espressione evidentemente deriva) significa non lasciar spegnere nell’uomo la speranza in qualcosa che si colloca al di là delle pure vicende della vita quotidiana come lo è la bellezza della vita ma che, nello stesso tempo, ne è parte integrante come espressione totale dell’uomo. Coltivare la rosa rappresenta per il Piccolo Principe il suo atto di fiducia nelle potenzialità dell’umano che non si possono né trascurare né tralasciare di potenziare, di far emergere. Allo stesso modo l’enigmatico episodio della Volpe che vuole essere domata per imparare ad amare risalta nel testo della canzone dello spettacolo di Costanzi:

«[…] Ma tu mi troverai io ti conoscerò / i passi tuoi distinguere tra mille io saprò / saranno come musica e paura non avrò / saranno come un caldo sole giallo che il grano colorerà // Tu che prima eri nessuno per me / ora sei l’unica cosa che ho / e per sempre avrò bisogno di te e tu bisogno di me / addomesticami addomesticami // Legami a te ci vuole tempo sai / non è qualcosa che si compra ma che piano tu farai / la gente non ha il tempo per conoscersi così / ma se tu vuoi un amico legami a te col tempo lo troverai» (p. 85).

Costanzi rielabora ritmicamente, con l’aiuto di Francesco Gronchi e Lorenzo Alderighi, tutte le altre situazioni morali e umane presenti nel libro di Saint-Exupéry e le trasforma in momenti esteticamente e musicalmente coerenti ed entusiasmanti. Riesce così a vivificare e a dare nuova linfa a un libro tra i più letti e amati al mondo che rischia, tuttavia, proprio per la ripetizione continua dei suoi temi, di perdere la forza e la carica dirompenti originarie.

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.