STORIA CONTEMPORANEA n.25: “Il misterioso destino dei libri”. Simone Berni

Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei.  (G.P)

  

di Giuseppe Panella

 

Il misterioso destino dei libri. Simone Berni, Libri scomparsi nel nulla, Macerata, Edizioni Simple, 20072; Simone Berni, I nazi-fascisti e le scienze del terrore. A caccia di libri proibiti, volume I, Macerata, Bibliohaus, 20083 ; Simone Berni, Dischi volanti e mondi perduti. A caccia di libri proibiti, volume II,  Macerata, Bibliohaus, 20083

 

Il destino di libri, soprattutto dei libri scomodi o spiazzanti per il Potere, è misterioso, ondivago, fluttuante, soggetto alle variazioni del mercato e alle censure (o auto-censure) degli editori stessi che li hanno pubblicati.

 

«In questo secondo libro, la bizzarria libresca prende il sopravvento. Si accalcano libri o pamphlet, ma anche pubblicità elettorali e documenti, non solo (o non tanto) intrinsecamente rari, ma soprattutto folli: carte di un’Italia che non si è fatta mancare nulla, imprescindibile catalogo di stranezze. Si inizia – come detto – con il fenomeno Berlusconi, ma si slitta rapidamente sulle performances sessuali di Moana Pozzi, sino alla sua postuma beatificazione, come è accaduto nel caso di Diana d’Inghilterra (compreso il filone, diffusissimo, del “non è realmente morta”, morbosa congettura che accomuna la pornostar ad Adolf Hitler). Si va dalla guida delle discoteche dell’allora ministro De Michelis, a volumi su ogni scandalo italico. Poi, moltissimi complotti, veri o presunti: da Dallas 1963 (assassinio di J.F. Kennedy) al ricorrente 11 settembre, passando per il calcio scommesse e il recentissimo “Moggiopoli”. Troverete i finti diari di Elena Ceasuscu, come i manuali per aspiranti killer, Michael Jackson e Madonna, Echelon e il fenomeno letterario (in questo caso, vero fatto culturale) rappresentato da Luther Blissett: che va ricordato, era il nome di un calciatore straniero approdato al Milan, talmente scarso da esse diventato mito negativo, irridente, eroe eponimo della saga editoriale oggi ribattezzata Wu Ming (in cinese, appunto: anonimo). Ancora. Libri su pettegolezzi di ogni tipo, da Monica Lewinsky a Wanna Marchi e al mago DoNascimiento. Così come riappaiono, giustamente sottratti all’oblio, i volumi di contro-cultura degli anni ’70 pubblicati eroicamente da un grande dell’editoria italiana (inventore dei celeberrimi “millelire”) Marcello Baraghini» (Simone Berni, Libri scomparsi nel nulla, Macerata, Edizioni Simple, 20072, pp. 7-8)

scrive il qualificato prefatore del libro, lo studioso di diritto romano e uomo politico Oliviero Diliberto.  E non ci sarebbe molto da aggiungere alla sua sintetica ricostruzione di questo libro se non chiedersi se era valsa la pena, a suo tempo, di pubblicare certi libri come quelli sui complotti e sulle “riapparizioni” di personaggi famosi et similia.

L’autore scrive nella sua breve Introduzione al testo, che “La massima aspirazione di questo libro è di essere considerato un buon catalogo pieno di libri interessanti” (p. 12).

In effetti, lo è e, allo stesso modo, si possono leggere o almeno sfogliare gli altri due volumi riguardanti la sua “caccia” ai libri perduti, scomparsi, dileguatisi nei meandri dei Remainder’s o delle cantine dei loro acquirenti. Perché un libro sparisce dai cataloghi librari e dagli scaffali delle librerie? Chi ha interesse al fatto che nessuno lo legga?

Nel Sei e nel Settecento, soprattutto in Francia ma anche in Italia, il fenomeno della “letteratura clandestina” ha rivestito per gli studiosi di quel periodo un interesse grandissimo. Ci sono stati testi “atei e libertini” che hanno vissuto un’esistenza sotterranea ma tutt’altro che grama (su questa dimensione segreta della cultura europea dell’Età dell’illuminismo, Robert Darnton ha scritto pagine illuminanti nel suo L’intellettuale clandestino, trad. it. di G. Ferrara degli Uberti, Milano, Garzanti, 1990).

Ma, nel caso dei libri segnalati così utilmente da Berni, si tratta di una clandestinità “alla luce del sole”, una sorta di condanna all’enfer di libri che spesso non lo meritavano. O è forse vero l’opposto?  Si trattava di libri che facevano paura a chi temeva che i loro lettori potessero capire qualcosa di più su quello che è accaduto nel mondo in questo nostro tempo che pure è fatto di comunicazioni velocissime e di enciclopedico squadernarsi di ogni sorta di notizie al semplice click di un mouse e, avendolo capito, comportarsi di conseguenza.

E’ quanto Simone Berni sembra affermare, alla fin fine.

Nel libro dedicato ai dischi volanti, a Roswell e ai viaggi nello spazio, spicca in bella evidenza la sezione in cui vengono proposti alcuni libri relativi allo sbarco sulla Luna che non sarebbe… mai avvenuto (le riprese che molti di noi hanno visto all’epoca sarebbe una ricostruzione in studio girata da Stanley Kubrick !). Così come, nel volume sul nazifascismo e le scienze del terrore, spiccano le infinite testimonianze sulla morte di Hitler che non sarebbe morto a Berlino ma fuggito in Antartide o in Sud America ma si ritrova pure un’interessante testimonianza sullo sfortunato destino di Dante Virgili, correttore di bozze a Napoli e autore di un romanzo, La distruzione, Milano, Mondadori, 1970, che, all’epoca, veniva pubblicizzato su tutte le riviste pubblicate dal suo editore e che oggi risulta introvabile. E’ un testo formidabile e agghiacciante dove l’autore si identica con il dittatore tedesco e fantastica di distruggere il mondo che gli impedisce la realizzazione dei propri progetti di dominio su di esso.

In conclusione – questi volumi-catalogo di Simone Berni meritano l’interesse che si deve alle ricerche accurate e ben fatte perché, nonostante spesso i libri presenti in essi spesso non meritino di uscire all’oblio in cui sono stati confinati, in tanto accumulo quantitativo di carta, spunta sempre, all’improvviso, un libro che si era a lungo cercato e mai trovato o un testo che si segnala per la sua importanza o la sua bizzaria. Tout bibliophile c’est libertin – scrisse una volta Diderot. Ma il libertinisme che il grande pensatore francese propugnava non riguarda più oggi il mondo della sessualità ma solo quello, allora contiguo, dell’eresia culturale e morale. Per chi si sente attirato da questo mondo spesso ancora sommerso o relegato ai margini della vita culturale più tradizionale, questi tre libri di Simone Berni sono uno strumento di grande utilità (da apprezzare anche sotto il profilo grafico).

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.