Samuel Beckett: “Lavoro con l’impotenza”

“Il tipo di lavoro che faccio”, spiegava Beckett a Ismael Schenker in un’intervista sul New York Time nel 1966, “è uno in cui io sono padrone del mio materiale. Più Joyce conosceva, più poteva. Lui tende verso l’onniscenza e l’onnipotenza come artista. Io lavoro con l’impotenza, l’ignoranza. Non penso che l’impotenza sia mai stata sfruttata in passato”

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.