José Ovejero, “Insurrezione”

José Ovejero, Insurrezione, Trad. Bruno Arpaia, Voland, 2022, pp. 352, 19,00


di Francesco Sasso

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Aitor è un giornalista di mezza età del mondo della radio. Dopo vent’anni da precario mascherato da libero professionista, il protagonista non chiede molto alla vita. Aitor vuole vivere tranquillo, fare cultura attraverso la radio e garantire a se stesso e alla propria famiglia una vita confortevole:

«Aveva creduto che diventare adulti fosse un processo di accumulazione. Acquisti via via esperienza e una maniera più rilassata di guardare il mondo; siccome non speri più di guardarlo, lo osservi, ci familiarizzi, in una certa misura lo accetti, senza che questo significhi che ti piace». (p. 42)

Il matrimonio di Aitor ormai è naufragato da tempo e il rapporto con i suoi due figli, che vivono con lui, è burrascoso. Soprattutto Ana, la figlia più giovane di diciassette anni, contesta il mondo capitalista e, di conseguenza, la vita borghese del padre. Da mesi Ana se n’è andata via di casa per vivere in un edificio occupato, El Agujero (Il Buco), dove insieme ad altri “idealisti” porta avanti la sua lotta antisistema: “Morte al senso comune, abbasso le verità di tutta la vita”. Alfon è la guida carismatica di questa comunità e introduce Ana in un mondo alternativo.

Il padre decide di cercare la figlia con ogni mezzo e insieme all’ex moglie ingaggiano l’investigatore privato Javier. Quest’ultimo scopre dove è nascosta la loro figlia e informa loro che è coinvolta in un’imminente attentato dinamitardo. Infatti Alfon decide di mettere in atto un’azione di forza che richiamerà l’attenzione pubblica su di loro: una bomba in un centro commerciale in costruzione. L’investigatore decide dunque di ricattare i genitori chiedendo loro dei soldi per non denunciare Ana. Aitor comprende che il sistema lo ha raggirato e la ribellione si fa strada in lui.

Insurrezione è un romanzo a due voci che si alternano nei capitoli: Aitor (il padre) e Ana (la figlia). I capitoli sono brevi ma pieni di riflessioni. Le pagine del romanzo sono puntellate dall’umorismo pungente del narratore. José Ovejero, nato a Madrid nel 1958, mette in scena uno studio accurato di caratteri e una critica della società e della massificazione dell’individuo. Caustico, l’autore è un maestro del dialogo agile, vivo, naturale. I dialoghi non sono evidenziati come tali e questo genera un flusso di pensieri a due voci.

f.s.

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.