“Io uccido” di Giorgio Faletti

Recensione/schizzo #3

Premetto di aver letto Io uccido un mese fa, incuriosito dal successo ottenuto da Giorgio Faletti; per di più, non sono un lettore di romanzi di genere.

Il libro è un thriller poliziesco, del tipo caccia al serial killer, privo di spunti originali, farcito di luoghi comuni del genere, compresa la figura del protagonista: poliziotto che cerca disperatamente di rifarsi un’esistenza e viene suo malgrado trascinato nell’inchiesta. I personaggi sono inconsistenti, alcuni da soap opera. L’ambientazione è il solo punto di forza: il serial killer si muove nel mondo monegasco.
Si aggiunga che ho riscontrato alcuni difetti nella struttura dei dialoghi. A volte non riuscivo a capire se la frase era stata pronunciata da tizio o da caio.
Concludendo: ho trovato questo romanzo noioso, stancante, prolisso.

[Giorgio Faletti, Io uccido, Baldini Castoldi Dalai editore 2002. Edizione letta dal sottoscritto: economica 2006 pag.682, € 5]

f.s.

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.