Il totem che ci inghiotte

Il totem che ci inghiotte.
Uno dei motivi principali all’origine dei << racconti di fate >> è quello dell’iniziazione (il rito mediante il quale gli adolescenti vengono a far parte della comunità degli << uomini >>) citeremo solamente un esempio che si riferisce appunto a questo istituto.
Nei racconti di un gran numero di popolazioni, si ritrova spesso il motivo dell’eroe inghiottito da un animale che è generalmente un pesce: non mancano esempi anche nella mitologia classica, nelle fiabe russe, tedesche, ecc., nonché nei racconti di numerose popolazioni << primitive >>. Nelle versioni più recenti del racconto l’inghiottimento da parte del grosso pesce (balena, ecc.) è una << disgrazia >> che capita all’eroe, il quale generalmente o per la sua abilità, o per aiuto esterno, riesce a << reagire >> all’inghiottimento tornando alla luce. Molte volte questa << liberazione >> è ottenuta coll’uccisione dell’animale inghiottitore, e pure molte volte l’eroe ritrova nel ventre dell’animale dei << morti >> come i suoi genitori, ecc.
L’etnologia ci fornisce la chiave del racconto: alle sue origini sta, infatti, un sistema sociale a base totemica, in cui nel rito d’iniziazione l’iniziato era apparentemente inghiottito dall’animale totemico e risputato, acquistando così le qualità proprie dell’animale e cioè le qualità ideali del nucleo umano di cui faceva parte. L’iniziato in questo modo << moriva >> per << rinascere >> dotato di tutte le qualità che ne facevano un uomo completo. L’inghiottimento si presentava, dunque, come un avvenimento particolarmente felice in seguito al quale l’iniziato veniva ad assumere il posto di << uomo >> nella comunità. L’animale non era per nulla un essere << maligno >> da cui ci si dovesse difendere, ma anzi esercitava le sue prerogative di protezione.
Questo, in linea di massima, il significato originario del racconto.
Col cadere del sistema sociale cui era legato questo rito, il racconto parve interpretabile in maniera corrispondente alla nuova concezione. Poiché si era ormai perso il primo significato dell’inghiottimento da parte dell’animale, questa << avventura >> venne considerata un << accidente >> nel quale l’eroe riusciva a togliersi d’impaccio grazie alla sua forza, intelligenza, ecc.

Se ci riflettiamo su, nella vita di ogni uomo esiste un periodo raro dove avviene il rito dell’inghiottimento, l’iniziazione, il morire per rinascere dotato di tutte le qualità del totem che c’inghiotte. Io conosco il nome del mio totem.

f.s.

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.