Ho letto nel 2006 il romanzo Gli esordi, apparso verso la fine del 1998 per Feltrinelli. E’ un libro impegnativo e ambizioso. Conturbate.
La struttura è in tre parti, intitolate “Scena del silenzio”, “Scena della storia ” e “Scena della festa”.
Il romanzo contiene una straordinaria profondità d’immaginazione. Con quest’opera, l’autore affronta l’enigma della vita da un angolo originale. Descrive la solitudine dell’uomo in una realtà insudiciata e obliqua, instabile, dove il sogno e l’incubo sono anch’esse realtà tangibili, come la stessa angoscia e la vacuità.
I personaggi del romanzo sono claustrofobici, anime chiuse in sé, che mai conoscono o ri-conoscono gli oggetti più comuni né gli esseri umani. Lo sguardo dei personaggi è perennemente sfocato, la percezione di sé fatta a pezzi, la pupilla psichica così dilatata da non riuscire a scorgere che oscura luce.
Il linguaggio e lo stile: asciutto, preciso, allo stesso tempo iperrealistico e visionario.
f.s.