Un poeta mi invia una poesia e mi chiede un giudizio critico. Ecco la mia risposta:
Gentile xxxxxxxxxxxx,
ho atteso un po’ prima di risponderLe perché la sua email mi ha spinto a riflettere sulla convinzione che ai poeti non è affidata la responsabilità di ciò che fanno, perché in ogni caso il giudizio di valore è affidato ad altri, ai critici.
Inoltre, ha generosamente consacrato d’autorità il sottoscritto, il quale non ha né desidera averne. Sono un semplice lettore.
La invito a continuare a scrivere poesie perché male non fa. Non imiti i poeti del passato, se non qualche volta per mantenerne la memoria. Ho letto la sua lirica e l’ho trovata interessante fino a “Per ragione / per voto.”.
Concludo dicendo che concordo quando scrive “sul più delle ragazze non fa presa”.
Cordiali saluti, Francesco Sasso
Pubblicato da retroguardia
Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA".
Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana.
Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc).
Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.
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