E nelle crepe fiorirono violette. Maria Benedetta Cerro, “Prove per atto unico”

Maria Benedetta Cerro, Prove per atto unico, Macabor, 2023, pp.94, 13


di Francisco Soriano

.

I versi di Maria Benedetta Cerro non ci lasciano indifferenti, preludono all’impegno civile, predicano l’abiura a ogni umana inconsistenza: Una forza crescente / smisurata nel non sentire propria soltanto / la vita nulla e senza pace. […] Fu che un mattino il viale parve abbandonato / l’aia più deserta. / Per la prima volta si destarono inversi l’anima e le cose. / L’una pietrificò / lastrico e muri ricordarono / e nelle crepe fiorirono violette.

La struttura della silloge è quella del frammento, cioè una modalità che offre straordinarie sovrapposizioni, l’inclusione di parole e forme retoriche che spostano al limite e in modo (solo apparentemente) asimmetrico il ritmo della scrittura. I segni di interpunzione ben assolvono al compito oneroso di dirimere i tempi, i silenzi e i vuoti: un’operazione consapevole nel posizionamento che Cerro mostra, con ampia abilità poetica, tutto il suo talento di poetessa e scrittrice. Nessuna evidente contaminazione nel suo discorrere, del quotidiano, delle cose alle quali è necessario dare il vero nome per comprendere, alla fine, la funzione e il senso della loro esistenza.

Ed è proprio vero, il tutto che pareva importante / è insignificante; la poetessa coglie in pieno la difficile operazione di decifrazione del nostro stesso esistere, attraverso la contrapposizione retorica importante/insignificante, dopo aver accertato che la morte ci minaccia di morte – ora la vita è bellissima. Spazza via il senso di vuoto, Maria Benedetta Cerro: il significato e il significante assumono posizioni, nella vita di ciascuno, che spettano indifferentemente da uno scopo a noi specifico.

Estrema confessione di fede nel verso incluso nella seconda parte della raccolta, laddove Cerro asserisce che ha diritto alla nascita ciò che è battezzato dalla lingua. Straordinaria verità questa rappresentata in una metafora che assume contorni di mistica pacificazione. Battezzare è parola meravigliosa, dal greco βαπτίζω, che significa “immergere”. Che sia questo il senso della poesia? Chiamare, denominare, apporre un sigillo con un gesto che appare simbolico, ma assume al tempo stesso un carattere ontologicamente determinante. La lingua e, per meglio dire, il linguaggio determina il tutto, definendo precisamente i contorni, dell’immaginario e del reale, del quotidiano nel suo apparente spazio di inedia e inconsistenza. Perfetto l’andamento ritmico di alcuni versi, se letti ad alta voce, ben rendono idea di quanto la musica e la poesia vivranno inseparabili per il resto della loro vita: Dei gerani ridotti a scheletri piegati / alcuni restano vivi / e stretti alla lanterna forata / che manda dal fregio luce arabescata.

Scegliere un tempo per il dire – l’infinito / la possibilità / la certezza – e dare all’armonia un altro nome […], è il verso che assume e rende chiara, perfettamente, la ricerca della poetessa con la sua poesia, che non assume le caratteristiche banali di una solita magia, ma quelle di un territorio le cui profondità sono ben definite dall’esplorazione che si intende intraprendere: infinito, possibilità, certezza.

Maria Benedetta Cerro, consapevole, certa, invincibile, indica il cammino da intraprendere, quello interiore al quale non si sottrae con le armi della Poesia: Parola – ti ho cesellata – Sei stata lancia e scudo. Il tuo posto non è – accanto – Eri in me ti dominavo. Quando?

_____________________________

[Leggi tutti gli articoli di Francisco Soriano pubblicati su Retroguardia 3.0]

_____________________________

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.