Carme nuziale di Gabriele Altilio

Le nozze di Isabella e Gian Galeazzo furono festeggiate, com’era costume per i matrimoni principeschi dell’epoca, con sontuose celebrazioni e spettacolari realizzazioni artistiche e letterarie. Tra queste ultime esemplare appare un carme nuziale (epitalamio) in versi latini, composto da un ecclesiastico napoletano, Gabriele Altilio, collaboratore del re e vescovo di Policastro.

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Di questo significativo carme abbiamo oggi, per i tipi di Adda editore (Bari), un’elegante riproduzione anastatica di un antico testo, pubblicato a Padova nel 1528. La novità di questa moderna edizione, impreziosita con antiche immagini (tra cui una splendida Pallade del Botticelli), sta nella traduzione in 355 endecasillabi sciolti, filologicamente fedele e poeticamente suggestiva. Essa è opera di un insigne e noto studioso dell’Umanesimo (in particolare meridionale: recente, ad esempio, una sua ponderosa edizione, per Bompiani, dei Dialogi, del De fortuna e del De sermone di Giovanni Pontano), Francesco Tateo, professore emerito di Letteratura italiana nell’Università di Bari, ove ha presieduto a lungo la Facoltà di Lettere e Filosofia e, soprattutto, ha dato vita ad una attiva e valida scuola di filologia italiana.

Dal “Corriere del Mezzogiorno” del 20/06/2021

 

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.