Sì come i marinar’ guida la stella,
che per lei ciascun prende suo vïag[g]io,
e chi per sua follia si parte d’ella
radoppia tostamente suo danag[g]io:
la mia dritta lumera qual è, quella
che guida in terra me e ‘l mi’ corag[g]io?
Voi, gentile ed amorosa pulzella,
di cui m’ha mess’ Amore in segnorag[g]io,
ché troppo è scura la mia via e fella
a gir, se vostra lumera non ag[g]io.
La qual fa disparere ogn’altra luce,
ché, laove apar vostro angelico viso,
altro sprendor giamai non vi riluce.
Pulzella, poi m’avete sì conquiso
che sol per voi mia vita si conduce,
merzé, dal vostro amor non sia diviso.
“Dell’altra moltitudine che abbiamo di versi, quasi infinita, ha scelto ciò che gli è riuscito o più elegante, o più poetico, o anche più filosofico, e infine, più bello […]” (Tratto dalla Prefazione alla crestomazia italiana de’ poeti di Giacomo Leopardi)