Nella notte lenta e tiepida, morta notte senza rumore, un bambino piange.
Il pianto dietro il muro, la luce dietro la vetrata
si perdono nell’ombra dei passi soffocati, delle voci estenuate.
Eppure si sente perfino il rumore della goccia del medicinale che cade sul cucchiaio.
Un bambino piange nella notte, dietro il muro, dietro la via,
lontano un bambino piange, in un’altra città forse,
forse in un altro mondo.
E vedo la mano che alza il cucchiaio, mentre l’altra sostiene il capo
e vedo il filo oleoso che scorre sul mento del bambino,
scorre sulla via, scorre sulla città (un filo solo).
E non c’è più nessuno al mondo se non questo bambino che piange.
Traduzione di Vera Lúcia de Oliveira
Fonte: http://www.filidaquilone.it/num005deoliveira2.html
“Dell’altra moltitudine che abbiamo di versi, quasi infinita, ha scelto ciò che gli è riuscito o più elegante, o più poetico, o anche più filosofico, e infine, più bello […]” (Tratto dalla Prefazione alla crestomazia italiana de’ poeti di Giacomo Leopardi)