Una rivista

di Stefano Lanuzza

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Se esiste in Italia una rivista ‘cartacea’ (rara avis, ormai) vocata ad essere anche una sorta di ‘enciclopedia’ – con scritti di critica letteraria poesia narrativa saggistica traduzione teatro cinema arte figurativa, numerose recensioni e perfino qualche intervento di archivistica –, questa è proprio “Fermenti”: che, nell’annuale fascicolo (n. 254, 2022), ancora una volta raduna materiali assai vari, da cui, intanto, possono estrarsi alcune essenziali campionature.

Dopo l’Editoriale d’obbligo di Carratoni, che stavolta, riferendosi ai sontuosi funerali della regina Elisabetta, denuncia l’anacronismo e l’‘irrealtà’ d’ogni monarchia, ci si soffermi sulle prime applicazioni di lettura cominciando dal brillante Bloc notes di Gualberto Alvino, filologo dal quale – diciamo – ‘c’è sempre da imparare’.

Seguono gli interventi adeguatamente accademici e di grande interesse di Francesco Muzzioli sui rapporti fra “decostruzione e critica” a proposito d’uno riscoperto Paul de Man che compendia letteratura, filosofia e critica; e l’importante saggio di Gualtiero De Santi sulle pluritraduzioni (“elaborazioni inventive”) di Bruno Fonzi relativamente a Faulkner, Hemingway, Taine, Sartre, Styron, Richard Wright e altri. Di De Santi, critico cinematografico, anche i preziosi articoli sui Fassbinder, Ingmar Bergman e Almodovar oltre che sul Pasolini giovane.

Ed ecco, con lo scritto di Gabriele Stera, l’emergenza vocale-performativa di Giovanni Fontana che, “immerso in una foresta di aste e microfoni”, sa creare con la sua voce inimitabile un “flusso sonoro” inquieto e di captante suggestione.

La guerra come forma di psicosi è il tema trattato da Giovanni Baldaccini, e assai originale risulta il pezzo non solo di critica d’arte di Marcello Carlino sul pittore quattrocentesco Hans Memling.

È trasposto in una sapida gergodialettalità romanesca letterariamente elaborata, il “Recital” di Marco Palladini su Pasolini e Roma; con l’inserto d’una “canzone” per trasvalutare il retaggio paterno. Nel complesso, un autonomo libretto prestato alla rivista.

Proseguendo, costituisce una meditazione sull’‘esserci senza esser presenti’ il manipolo di aforismi di Carratoni, proposti… per la “sopravvivenza” delle parole scritte.

Dopo il racconto L’abisso di Mario Rondi, si trova infine la riproposizione di due studi di Walter Pedullà e Giulio Ferroni sull’appartato Edoardo Cacciatore, maestro del ‘verso libero in forma chiusa’. Ora, chi si ricorda di questo ‘poeta della filosofia’ tradotto in Germania da Gustav Hocke e irriducibilmente estraneo all’italica letteratura?

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.