Una rivista ‘enciclopedica’

Una rivista ‘enciclopedica’


di Stefano Lanuzza 

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Consta di quasi 500 pagine il numero 253 (2022) di Fermenti, una delle poche sopravviventi riviste letterarie italiane cartacee; e che, diretta da Velio Carratoni, mantiene la sua periodicità annuale adunando una folla quanto mai varia di collaboratori – critici narratori poeti e artisti figurativi.

Dopo l’editoriale di Carratoni sospeso tra analisi sociale, concentrazione di aforismi e una serie di sue poesie dominate dai temi della ‘maschera’ e della metamorfosi, è di grande interesse il saggio dell’epistemologo Alberto Artosi sulla Colonia digitale e il programmato sistema di controllo e coazione dei soggetti.

Segue il brillante Bloc notes con utilità precettistiche del filologo Gualberto Alvino, regolatore ortografico e accordatore sintattico-grammaticale, critico dei tic linguistici e pleonasmi degli scribi, di loro indeterminati segni d’interpunzione insieme al fin troppo negletto ‘punto e virgola’; come delle tentazioni esegetiche a “commisurare il testo a un modello precostituito”. Quanto ai poeti iperminimalisti, non è bene che siano troppo soddisfatti della loro facile lapidarietà. Ad Alvino apparirebbe inoltre malposta l’idea di poter “attribuire alla linguistica [“scienza ‘debole’” ossia incerta, infine soprattutto ‘estetica’?] un carattere pienamente ‘scientifico’”. Allo stesso modo, resterebbe controversa la pretesa scientificità delle cosiddette scienze umane: “Ciò vale anche per la psicologia, la sociologia, l’economia”.

Segue un cospicuo studio di Francesco Muzzioli su Foucault lettore di Roussel e Derrida lettore di Joyce. In esso l’autore si concentra sul “rapporto tra critica e decostruzione” o “‘smontaggio’ di un testo a partire dal suo linguaggio”; dove Foucault e Derrida, contrapposti al rigido logocentrismo di certa critica, ‘decostruiscono’, il primo, “le istituzioni del potere” (cfr. Storia della follia, 1961; Raymond Roussel, 1962; Le parole e le cose, 1966), e il secondo “i concetti della filosofia” (cfr. Della grammatologia, 1967). Se Raymond Roussel serve da referente di Foucault, è a Joyce che Derrida si volge per negare l’unitarietà subliminale di un’opera e giungere a vanificare, mediante l’“imprendibile” Joyce, “tutte le legittimità e tutte le competenze” del gesto critico. “Massime punte di narrativa anomala, di avanguardia nel romanzo”, Joyce e Roussel fungono alfine da “controdiscorso”, vocatamente ‘decostruttivo’, nei confronti di un sapere egemonizzato da un dominio, culturale e non solo, manipolatore “di consumatori inconsapevoli”… Anche consumatori presi in un ‘mercato dell’arte’ che, stigmatizzato in “Incontri per la Libera Università Alternativa” predisposti da Muzzioli, ha ridotto le possibili valenze oppositivo-eversive dell’opera artistica a mero ‘feticcio-merce’.

Di Marcello Carlino è una ricettiva revisione di Gozzano “poeta e prosatore marcatamente visivo”, nobile bozzettista con gusto preraffaellita, poi fiammingo e infine liberty con accensioni espressionistiche, che dispone la propria poesia in un “controcanto” ironico rispetto al kitsch quotidiano e ai malinconici reliquiari dal sentore di domesticità provinciale-borghese. Sentore che Giovanni Fontana metaforizza in Quel filo odoroso della memoria muovendo dalle Correspondances (1857) d’un Baudelaire teso a cogliere “nuove prospettive di senso” nelle relazioni analogiche tra reminiscenze, pensieri e compositi olezzi. Sembrano incalzarlo Proust “che attraverso il profumo apre le più remote scatole della memoria” conferendo alle sue sinestetiche “madeleine” quel potere evocativo stimolatore del grande flusso della Recherche (1913-1927); o Balzac “che costruisce con gli odori ambienti e personaggi”, oppure Flaubert ingegnato a nominare la realtà evocandone gli effluvi… Con Oscar Wilde che ai profumi associa stati d’animo e passioni ‘ricostruite’; Italo Calvino che in Il nome, il naso (cfr. Sotto il sole giaguaro, 1986) racconta seguendo un costante filone olfattivo; Patrik Süskind che, nel romanzo Il profumo (1985), intesta a stordenti fragranze le vicende narrate; l’autore di Horcynus Orca (1975) Stefano D’Arrigo quasi fenomenologo della “simultaneità delle percezioni visive e olfattive”.

Fontana conclude il proprio discorso ricco di riferimenti a personaggi e opere coi risentiti versi della poesia Buon naso non mente dedicati a una “pupazza pazza” circonfusa nel “lezzo delle ciprie”.

Tra i molti pregevoli interventi per i quali è d’obbligo rimandare a una lettura completa della rivista, un doveroso interesse per l’opera d’un poeta oggi pressoché obliato qual è il Nobel Quasimodo è rivolto da Ugo Piscopo alla nuova edizione, a cura di Carlangelo Mauro, di Tutte le poesie (2020) quasimodiane: a evidenziare le valenze non solo mitiche ma anche militanti “di una poesia intessuta di autenticità e di irresistibile suggestione estetica”.

Dopo alcune rubriche di recensioni librarie (Effetto notte e Parlar franco di Gualtiero De Santi, Biblio/Caravan di Carratoni, Libri tra i libri e Biblio/Sound di Gemma Forti; insieme a svariate Rievocazioni e Riproposte, alla sfilata di versi e testi narrativi, a ‘ricordi’ di scomparsi e a un’originale analisi di Isabella Gaffè del teatro di Marco Palladini. Con gli studi del musicologo Valerio Ciarocchi su Musiche e canti di Pasqua in Sicilia e dello storico e musicologo Bernardo Pieri sul Pelléas di Debussy), incuriosisce l’indulgente rubrica Carte del tenero di Vincenzo Guarracino che ha modo di evidenziare le valenze di autori relativamente noti (Ruffilli, Coco, Fontana) e valorizzare i più appartati Maria Rita Bozzetti, Maria Antonietta Viero, Beppe Mariano, infine la poetessa tedesca in lingua italiana Isabella Horn, autrice della tempestiva satira sociale Il canto del Covid (2021).

Arricchiscono la rivista un saggio di Antonella Calzolari su “alcune figure infantili della letteratura italiana del ‘900” e scritti di Carlino, Carlo De Matteis o Paolo Del Colle a proposito della sapiente, post-neoavanguardistica e innovatrice, stilizzata per scrutinio, epigraficamente antilirica ma tutt’altro che impassibile Rethorica novissima (2021) di Alvino. Insieme a racconti di Luciana Rogozinski e a una memoria di Pippo Di Marca, anche autore del poema Il manager… Insieme alle poesie di Michele De Luca e Gianluca Di Stefano anche con una triade di racconti, di Assunta Sànzari Panza e Mario Rondi autore altresì di tre novelle. Seguono racconti della Forti, una novella e una poesia di Giovanni Baldaccini, l’apologo ‘al femminile’ di Carratoni con protagonista una Floriana “semi-frigida per protezione”, i racconti Lo zoo di Central Park di Gabriella Colletti, Dove ti trovo per ritrovarti? di Maria Lenti e il captante Acqua cheta di Marco Palladini: dapprima le peripezie, all’insegna d’un apotropaico oroscopo, ora di un’esuberante Sarah detta “figa nomade” per la sua erranza anche sessuale da cui sempre ritorna perfetta single, ora di un’“acqua cheta”, la provocante Daria dai vestiti troppo aderenti… Giusto per capire, tra inquieti nomadismi, sentimenti disillusi e frustrata rassegnazione, che ogni amore è in fondo “liminale […]. Ma in ogni caso, amore”.

Chiudono l’enciclopedico volume di “Fermenti” una sessantina di pagine dedicate all’opera dell’outsider Marino Piazzolla, poeta e filosofo già apprezzato dalla filosofa Maria Zambrano in uno scritto pubblicato a Parigi nei “Quaderni del Congresso per la libertà della cultura” (n. 6, maggio-giugno 1954). Saliente resta il lungo saggio Piazzolla e la scruttura postcoloniale di Emanuele Petrosillo che coniuga le poesie dell’immigrazione del postumo Mabò lo straniero (2021) di Piazzolla con gli studi postcoloniali di Edard W. Said, la poesia impegnata del martinicano Aimé Césaire, gli “influssi parigini” dei Sartre e Fanon.

Indice della rivista in formato PDF

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.