Stefano Lanuzza, “‘900 out. Scrittori italiani irregolari” e “Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana”

Stefano Lanuzza, ‘900 out. Scrittori italiani irregolari, Fermenti editrice, 2017, pp.294, € 24,00

Stefano Lanuzza, Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana, Oèdipus edizioni, 2021, pp.288, €17,50


di Francesco Sasso

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Stefano Lanuzza in questi ultimi anni ha pubblicato una corposa e chiara cartografia della letteratura italiana del Novecento: ‘900 out. Scrittori italiani irregolari (Fermenti editrice) e Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana (Oèdipus edizioni).

Non è facile scrivere una storia della letteratura italiana del Novecento: c’è dietro la grande tradizione storiografica e una concezione alta dell’opera d’arte. Inoltre, la letteratura non è semplice linguaggio oppure insieme di opere stampate, pubblicate e diffuse; recepite come tali, prima di tutto, proprio in quanto scritte. È persino ovvio dire che un’opera non assume a dignità letteraria dal semplice fatto di essere scritta e pubblicata. Un’opera letteraria deve essere letta e riletta. E qui si spalanca una voragine: il problema della ricezione delle opere letterarie e di come il pubblico sia condizionato e influenzato da alcuni stereotipi del sistema culturale a individuare e accettare come capolavori determinate opere e scartarne altre, non corrispondenti alle attese, ai gusti e ai valori della comunità leggente.

Ed è qui, tra i bordi di questa voragine che si inseriscono i due volumi di Stefano Lanuzza: «l’italico Novecento delle lettere finito per accomodarsi in un prudente, sonnacchiosa sedentarietà: nella stabile occupazione d’uno spazio senza conoscenza fuori di sé su cui si fondano i sentimenti costituiti» (‘900 out. Scrittori italiani irregolari, pag.28).

Ecco l’elenco degli autori analizzati da Lanuzza in ordine sparso: Luigi Capuana, Curzio Malaparte, Geno Pampaloni, Silone, Strati, Brancati, Stefano D’Arrigo, Sciascia, Camilleri, Giovanni Torres La Torre, Giovanni Tesio, Elia Malagò, Mario Quattrucci, Tommaso Landolfi, Mario Lunetta, Marino Piazzolla, Vincenzo Guarracino, Ernestina Pellegrini, Ferruccio Masini, Isabella Horn, Alfonso Lentini, Giuseppe Bella, Gilberto Finzi, Marco Palladini, Elda Torres, Velio Carratoni, Aldo Palazzeschi, Roberto Ridolfi, Gian Luigi Piccioli, Paola Masino, Antonio Tabucchi, Luciano Bianciardi, Sauro Marianelli, Carlo Lapucci, Domenico Cara, Vladimir Di Prima, Sylvia Zanzotto, Ottavio Cecchi, Mario Luzi, Massimo Mori, Pino Caminiti, Fortunato Seminara (in Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana), Antonio Pizzuto, Luigi Russolo, Ugo Piscopo, Gian Pietro Lucini, Mario Morasso, Dino Campana, Alberto Savinio, Curzio Malaparte, Tommaso Landolfi, Elio Vittorini, Alessandro Bonsanti, Gianfranco Contini, Piero Bigongiari, Stefano D’Arrigo, Pier Paolo Pasolini, Franco Fortini, Raffaello Brignetti, Vincenzo Consolo, Mario Grasso, Giuseppe Aloe, Cristiano Spila, Mario Lunetta, Edoardo Cacciatore, Saverio Strati, Enzo Marangolo, Luigi Baldacci, Mario Quattrucci, Eugenio Garin, Ferruccio Masini, Manlio Sgalambro, Sergio Givone, Stefano Scrima, Pietro Barcellona, Dario Fo, Antonio Castronuovo, Carlo Lapucci, Francesco Gurrieri, Silvano Zoì, Giuseppe Tomasi di Lampedusa (in ‘900 out. Scrittori italiani irregolari).

Di seguito alcuni temi trattati: lo spiritismo, il Futurismo, il linguaggio poetico, la lingua, i dialetti, il dandy, letteratura erotica, il buffo, parodie letterarie, la classicità, la critica letteraria.

Possiamo sintetizzare dicendo che Stefano Lanuzza ha due grandi passioni: gli outsider della letteratura e la lingua italiana/dialettale; ed ha due luoghi dell’anima: la Sicilia e la Toscana.

In Stefano Lanuzza ritrovo il critico simile all’attore, il quale non si limita a riprodurre il mondo poetico, ma lo ricrea secondo il proprio sentimento. A questo, si aggiungano le puntuali analisi linguistiche intese a sottolineare l’evasività o il ritegno della lingua di un autore nei confronti della tradizione e/o dell’innovazione. Lanuzza ama il carattere ventoso e ibrido del linguaggio: «ma dopotutto cos’è la più inquieta letteratura novecentesca se non un’erranza e un vagabondaggio, una fuga e un esilio?» (‘900 out. Scrittori italiani irregolari, pag.27).

Il processo ermeneutico di Stefano Lanuzza esige un atteggiamento di cooperazione critica (e quindi non passiva) del lettore. Il critico di questa ricca cartografia mira a valorizzare ciò che rende unico un testo o uno scrittore, nei suoi tratti differenziali. È in quest’ottica che il critico Lanuzza offre al lettore il piacere emozionante della scoperta e dell’inedito. Scoprire l’esistenza di opere e di autori poco noti oppure emozionarsi dinnanzi ad una differente tavola dei valori letterali.

f.s.

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.