“Fra Ali di carta e farfalle nello stomaco”. Il teatro di Claudio Forti

Fra Ali di carta e farfalle nello stomaco. Il teatro di Claudio Forti


di Antonino Contiliano

Nel vento degli eventi l’evento del vento:

non c’è amicizia tra le parole e la verità.

Arrivati in cima ti ritrovi al primo scalino.

 

GRAZIA: Pronto, Alessia? Ti aspettavamo, sai? Pronto…ma chi parla? Cosa? Ma quando… (Grazia impallidisce, lentamente si vede il suo corpo abbandonarsi sulla sedia. Si sente una voce da speaker radiofonico, mentre tutti gli attori rimangono fermi nelle loro posizioni).

VOCE DI UNO SPEAKER: “Terribile incidente, questa sera, sulla circonvallazione, alla periferia nord della città. L’uomo alla guida dell’auto, una Porsche Panamera grigia, ha perso il controllo, probabilmente, per un’accesa discussione all’interno dell’abitacolo, andando ad impattare violentemente su un traliccio. Tre le vittime: Alberto Marconi, di anni 58 , la sua ex moglie Alessia Piacenza di 55 ed il fratello di lui, Dario Marconi, di anni 54, che era alla guida dell’auto. I sanitari dell’ambulanza, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. I parenti, sono già stati avvisati.”

GRAZIA: (con voce tremante) È colpa mia… se non fossimo andati a Ponza, magari non si sarebbero incontrati… avrebbero percorso strade diverse e…

GIULIO: (interrompendola) Non dirlo, Grazia. Il destino ha mille modi, per manifestarsi.

PATRIZIA: Non riesco a vergognarmi, neanche di fronte alla fine. È questa la mia condanna.

ROBERTO: “Per vederci chiaro, è necessario il rigore della morte”.

(Sotto una potente luce blu, che mostra solo i contorni delle figure, i quattro attori, con movimenti lenti, si spogliano, sino a rimanere nudi. Sipario)

Sono le ultime battute della rappresentazione teatrale “Ali di Carta” dello scrittore di teatro Claudio Forti. È la serata del 21 aprile 2023. Il palcoscenico è quello dello storico teatro “Teatro Sollima” di Marsala. Teatro pieno (cosa insolita!). Scena: un tavolo in pizzeria apparecchiato per quattro amici, decisi a passare il solito appuntamento di fine settimana per due chiacchiere per la tangente e un bicchiere di vino. Gli attori in scena: Giulio (Gianfranco Manzo), Grazia (Diana D’Angelo), Patrizia (Fabiola Filardo), Roberto (Andrea Scaturro). Fuori scena, ma essenziali, gli altri (da Alessia … all’evento in bocca dello speaker…). Tra gli applausi (continui) del pubblico, la scena finale della spoliazione. Anche i miei nel coro. Applausi dovuti! Interpretazioni di livello: niente nel corpo e nelle posture che non sia nella mente e nelle potenzialità delle cose. Ma, uscendo dal teatro e ripercorrendo a gambero le fasi sceniche (nel loro intreccio complesso di vicende esistenziali personali e contestualizzazioni culturali e politiche contemporanee), una manciata di interrogativi e risposte non ha smesso di frullarmi i circuiti mentali: la spoliazione, per tutti gli spettatori, ha avuto uno stesso senso, o richiamato immagini e categorie nomadi? (non saprò mai: avrei dovuto parlare con tutti i presenti … cosa impraticabile…). Così, per caso, in soccorso, silenzioso e insistente, non mi lascia quiete l’immagine della mutazione stagionale di pelle dei serpenti. In fondo, l’evento annunciato dallo speaker, aveva dimostrato inconsistenti (in sé e per sé) e a un tempo complementari (come in una sonata graduata a saliscendi tonalizzati) tutti i punti e i contrappunti che avevano animato i quattro amici (in vena di confessioni erotiche e dis-erotiche, anatemi, accuse e contraccuse, coerenze formali e informali, il detto e il non detto, l’esplicito e l’implicito, il silenzio in pausa… e le menopause, gli amori e gli innamoramenti, le fughe e i nascondini…).

Del resto, come in un infinito rincorrersi autoreferenziale, non c’è un dire che non sia un dis-dire, o un meta-dire d’alterità: un punto di vista dell’uno sull’altro punto di vista e viceversa; e senza che nessuno dei due, simultaneamente, sia capace di descrivere se stesso (Maurits Cornelis Escher: la litografia “Mani che disegnano”). Un ciclo continuo di mutazioni eloquenti in cui, paradossalmente, una cosa è e al tempo stesso non è. Cose, segni, percezioni e concetti che si trascendono continuamente, e verità di eventi che non coincidono con le parole. Un’identità che non chiude il cerchio: ogni punto è inizio e fine differenziale. Solo il taglio di una decisione della volontà, di fronte all’accadere di un evento come un incidente casuale e mortale (inaspettato e fuori dal gioco delle parti in scena), si fa avanti e suggerisce di spogliarsi e di scendere dall’ultimo gradino della scala per farti ritrovare al primo: ricominciare. Così la morte non è la fine della vita, ma la vita che si trascrive continuamente passando da una forma a un’altra. E l’evento non previsto/impensato (la morte dei personaggi non direttamente in scena…) ha suggerito il salto “estetico” come un messaggio etico-politico di impegno collettivo: lasciare i vecchi panni: denudarsi (nessuno mette vestiti alla vita – naturale e artificiale della polis e dell’essere che ha parola/logos solo in presenza d’altri – e nessuno armadio di parole contiene tutte le verità che esorbitato logiche e abitudini…): gli eventi non hanno casa nelle parole chiuse. Qualcuno dirà che qui c’è ideologia (forse anche di rivoluzione d’antan?) e aggressione alla quiete del senso comune acritico? Bene! Finalmente… un’azione teatrale che rompe il quieto vivere dei cervelli controllati…

Claudio Forti (al centro) con gli attori dello spettacolo “Fra Ali di carta e farfalle nello stomaco”

______________________________

[Leggi tutti gli articoli di Antonino Contiliano pubblicati su Retroguardia 3.0]

______________________________

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.