Cara mamma,
mi dispiace che tu senta il peso della mancanza di libertà. Ma non ci pensare perché io non ne sento punto. Quando uno liberamente regala la sua libertà è più libero di uno che è costretto a tenersela. Chi regala la sua libertà si libera dal peso di portarla. Magari potessi regalarla davvero, ma la tonsura non è che un bigliettino d’avviso in cui si dice al Signore: «Spero fra due anni di poterle fare un regalo». Il “passo” si fa col Suddiaconato, ma anche lì è ben poco e poi senti uno che vuole tenersi la libertà di andare a prendere il sole e sul mare si leva la libertà di poter dir Messa. Dunque non è libero. Io per esempio mi son preso tutte le libertà possibili immaginabili e poi mi sono accorto che c’era una grande cosa (la più grande) che non potevo fare. Prima di morire mi voglio prendere anche questa libertà di dir Messa. Se ti dicono: « Oh il suo povero figliolo non può neanche andare al cinematografo o prender moglie o prendere il sole e deve avere delle buffissime gambe bianche », gli devi dire:
Lorenzo
Da Lettere alla mamma