Simone Perotti, “Adesso basta”

di Francesco Sasso

Simone Perotti, un tempo dirigente e capo ufficio stampa di aziende multinazionali, è oggi uno scrittore (Bompiani) e skipper di quarantatré anni. Un anno e mezzo fa, dopo lunga riflessione, decide per un cambiamento radicale della propria vita. Poco prima era uno “arrivato”: ottima posizione lavorativa, stipendio alto, spese in conto all’azienda, viaggi, amicizie influenti ecc. Una vita lavorativa frenetica e frizzante. Eppure Perotti si rende conto che la vita che conduce è un binario morto e che, per essere uomo libero, avrebbe dovuto rinunciare alla carriera prima che fosse troppo tardi. Decise così di aderire al downshifting (“scalare marcia, rallentare il ritmo”) e di raccontare questa sua esperienza nel libro Adesso basta.

 

Che cos’è il downshifting? Partiamo dal presupposto che «il lavoro non è un fine, ma uno strumento. Lo strumento per acquistare i denari necessari per vivere, oppure per coltivare i propri interessi, o per compiersi come uomini attivi». (pag. 26)

Il lavoro, quindi, dovrebbe essere lo strumento per vivere bene, in armonia con le proprie emozioni e i propri sentimenti.

Naturalmente non è così per tutti. Molti uomini lavorano dieci-dodici ore al giorno per poter acquistare oggetti superflui (l’ultimo gadget tecnologico), cimeli di vacua potenza (auto di lusso, ristoranti raffinati). Per alcuni questa vita è il meglio che si possa desiderare. Per altri no. Ed è a questi che l’autore si rivolge, suggerendo loro di analizzare attentamente la propria vita per poi migliorarla.

Downshifting è un percorso. Vuol dire scegliere di consumare meno, di autoridursi il salario lavorando meno ore:

«Per quanto mi riguarda, il downshifting è però qualcosa di più di un abbassamento del salario in cambio di maggiore tempo libero. Si tratta di un cambio di vita netto, sia verso se stessi, sia verso il mondo dei consumi, per accedere alla più grande delle avventure umane, la più misconosciuta dal sistema imperante, quella di cui ogni uomo sano sente con spasmodica urgenza il bisogno: la libertà. Essere liberi, oggi, nel sistema occidentale, può rivelarsi estremamente difficile» (pag. 29)

Schematizzando: «abbattimento dei costi d’esercizio della nostra vita. Aumento del livello di risparmio. Creazione delle condizioni economiche necessarie a smettere col nostro lavoro tradizionale» (pag. 123). Insomma liberarsi da per diventare liberi di. E qui bisogna avere le idee chiare.

Perciò l’autore richiama il lettore alla propria responsabilità personale: smettere di lamentarsi e decidere di lavorare sodo per realizzare le proprie aspirazioni. Imparare a vedere la propria vita come qualcosa di modellabile. Detta così pare di avere fra le mani il solito manuale sull’ottimismo fai-da-te. Ma non è così.

Simone Perotti non ha una ricetta buona per tutti né regole rigide da propinare al lettore. Semplicemente racconta la sua esperienza di uomo che decide un giorno di abbandonare una carriera per abbracciarne un’altra, all’insegna della lentezza, di rapporti autentici con chi vive accanto a noi, lontano dai condizionamenti di una società dei consumi, coltivando “il senso della realtà”, rifiutando il conformismo.

Purtroppo il discorso del manuale/testimonianza di Simone Perotti si muove all’interno dei meccanismi che regolano la vita di un dirigente di una grande azienda:

«Naturalmente questo libro è rivolto ai milioni di uomini e donne che guadagnano bene o benissimo, che sono schiavi ma non pensano a vie di fuga per riacquistare la libertà». (pag.151)

Sicché da Adesso basta emerge un ritratto crudo della società economica italiana oggi. Perotti racconta come, ad esempio, in questi mesi molte aziende, con la scusa della crisi, hanno colto l’occasione per ristrutturarsi, cioè licenziando senza essere veramente in difficoltà.

Ancora più interessante, a parer mio, la descrizione che l’autore fa della sua generazione (fra i trentacinque e i cinquanta anni). E qui Simone Perotti sembra suggerire al lettore che dinnanzi ad un’epoca nuova, dobbiamo cercare risposte nuove. E’, in fondo, l’invito a aderire alla nostra epoca senza farci imprigionare e in piena coscienza.

Adesso basta, letto come libro che conferma la necessità di abbandonare il regime consumistico in cui viviamo, può essere un’occasione di riflessione per milioni di situazioni umane che nulla hanno a che vedere con la vita del dirigente o del commerciante di successo.

 f.s.

[Simone Perotti, Adesso basta, Chiarelettere, 2009, 195 pp., € 14,00]

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.