La libellula (1958) di Amelia Rosselli; sottotitolo: Panegirico della Libertà. Il titolo del poemetto «vorrebbe evocare il movimento quasi rotatorio delle ali della libellula, e questo in riferimento al tono piuttosto volatile del poema». «La libellula può anche ricordare le parole “libello”, “libertà”; infatti il poema ha come tema centrale la libertà, e il nostro, e mio “libertarla”».
Ho letto il poemetto della Rosselli e l’ho trovato eccezionale. Lingua biologica, musicale, incantatoria, dotata di una irrelata energia riproduttiva. Durante la lettura, l’anima è sospinta verso la riscoperta dell’oggetto poetico nella totalità del suo essere. I versi acquistano una realtà autonoma dotata di un’intima coerenza, dove le parole si arricchiscono reciprocamente e dove le parti operano, all’interno della totalità di struttura, su più livelli diversi.
Non saprei come spiegarmi meglio, ma dalla lettura del poemetto si emerge colmi di Libertà. Insomma, queste poche e nude righe per invitare i lettori di Retroguardia a leggere La libellula.
f.s.