Francesco Cazzamini Mussi e Marino Moretti, “Gli Allighieri”

Gli Allighieri, Poema drammatico di Francesco Cazzamini Mussi e Marino Moretti, a cura di Alessandro Merci, postafazione di Alfredo Cottignoli, Giorgio Pozzi Editore (Collana del «Bollettino dantesco». Studi e testi, 8), Ravenna, 2024, 144 pp., 15 euro.


di Luciano Curreri (UNIUPO)

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Marino Moretti (Cesenatico 1885-1979) si cerca, prova gli studi regolari ma si ferma e affronta il 1900 in seno a una scuola di recitazione fiorentina. Non sarà neanche un attore ma incontra Luigi Rasi e Aldo Palazzeschi e comincia a scrivere e a guadagnarsi da vivere con collaborazioni letterarie, magari compilative ma non sterili. Prima di giungere alle famose Poesie scritte col lapis (1910) e alle Poesie di tutti i giorni (1911) e a tutto quello che via via, più notoriamente, seguirà, Moretti punta anche sul poema drammatico, insieme all’amico Francesco Cazzamini Mussi, che sarà pure un fedele sodale in termini critici ma che per ora è l’amico ricco, dotato di un certo talento ma non all’altezza di quello di Moretti. Bref, è l’amico che lo aiuta a dedicarsi alla scrittura e a vivere la sua giovinezza in modo più spensierato e che paga, nel caso, le spese per stampare i loro esperimenti drammatici.

Gli Allighieri (1909, ma con data 1910), ora riportato alla luce grazie alla cura e alla proposta che ne fa Alessandro Merci, che dice tutto quel che c’è da dire per apprezzare a dovere questo testo, è un poema drammatico dedicato a Dante e ai figli Jacopo, Piero e Antonia. Lascia in ombra soltanto, l’ottimo curatore, «una agnizione improvvisa» che si situa verso la fine della quarta e ultima parte (et pour cause), in seno al «convento ravennate di Santo Stefano degli Ulivi, dove la figlia di Dante, Antonia, ha preso i voti col nome di Suor Beatrice». Di cosa si tratta? Si scopre che la «reverenda Madre» è «la figlia di Francesca», cioè della Francesca di cui noi tutte/i abbiamo letto nel Canto V dell’Inferno dantesco. Segue infine una Nota, Esiste il poema drammatico?, cui Moretti teneva molto, tanto che la estrapola e pubblica solo a suo nome, per sottolinearne la paternità, sulla «Rivista di Roma» del 25 marzo 1910: è una difesa del poema drammatico, che ha pieno «diritto di cittadinanza nella cosiddetta repubblica delle lettere» e ancor più nel caso di Gli Allighieri, a parere di quel Moretti che, in una lettera del dicembre 1909 al Cazzamini Mussi, suggerisce che «sono assai più poetici [del Leonardo da Vinci (1908)] e contengono l’atto più bello: il primo. Questa è la mia opinione e nessun critico dell’Italia gazzettante me la farà mutare». Detto questo, la strada intrapresa è già quella del Moretti crepuscolare: spazi raccolti, arredi semplici, umanità desublimata e, proprio perché tale, vera e cioè non più vittima della celebrazione dannunziana del sangue e della lussuria, sostituiti da un «invito alla pace, alla preghiera, alla rinuncia». Il culto dell’arte si esplica ormai altrimenti, «in grigio et in silenzio», in seno al «caro nome» di una città, Ravenna, di cui parla Alfredo Cottignoli nella postfazione.

Certo, magari non si riesce ad arrivare alle scene e la lettura resta la sola ricezione del poema drammatico ma l’invidia per le rappresentate tragedie del Vate scema in fretta ed è rimossa abbastanza rapidamente. C’è più Dante che d’Annunzio: «Nella composizione degli Allighieri, un solo libro ci è stato di grande utilità, oltre alla Vita di Dante di Boccaccio […], un solo libro: L’ultimo rifugio di Dante Alighieri di Corrado Ricci. È l’unico che citiamo perché è l’unico a cui dobbiamo vera gratitudine».

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.

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