Permetta una piccola provocazione. Il suo libro così brillante pur basandosi su un sapere indiscusso e approfondito non rischia anch’esso di servire pillole di argomentazioni utili a tenere in una comfort zone solo gli addetti ai lavori e la loro nicchia di lettori?
Il suo ragionamento sarebbe giusto se io fossi convinto che la letteratura è una cosa alta e nobile, che fa sentire superiori chi la pratica e chi la legge; ma io non lo penso affatto, e chi brandisce il mio libretto per confermarsi in un’idea del genere ne fa una cattiva lettura. Io non consiglierei mai, a un giovane che ne può fare a meno, di dedicarsi alla letteratura. La letteratura richiede coraggio e competenza (come tante altre discipline e missioni sociali) per scoprire e far durare nel tempo cose che spesso non fanno piacere. È tutt’altro che una comfort zone, mi creda.
Fonte: https://www.pulplibri.it/walter-siti-e-il-bene-intervista
Pubblicato da retroguardia
Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA".
Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana.
Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc).
Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.
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