Franco Brevini,”Un cerino nel buio. Come la cultura sopravvive a barbari e antibarbari”

un cerino nel buio

di Francesco Sasso

Negli ultimi anni la parola barbarie compare spesso nei discorsi svolti su vari media ad indicare un cambiamento antropologico e culturale. Tuttavia non sempre la lucidità e la chiarezza d’intenti guida chi ogni giorno, per esempio, è di fronte alle difficoltà degli studenti a recepire quanto egli, professore o giornalista, cerca di insegnare o comunicare.

Per cercare di capire meglio che cosa sta accadendo nel mondo della scuola, dell’università, sui mass media e, in generale, nella società contemporanea, vi consiglio caldamente la lettura de Un cerino nel buio (Bollati Boringhieri 2008) di Franco Brevini, insegnante di Letteratura italiana e Letteratura contemporanea presso l’Università di Bergamo e l’Università IULM di Milano.

 

Fin dalle prime pagine il saggio si è rivelato un’analisi interessantissima contro il catastrofismo di alcuni intellettuali. Brevini rifiuta ogni generalizzazione di chi liquida come spazzatura tutto ciò che proviene dai mass media. Sicché con lucidità e ironia, l’autore ricorda al lettore le “opportunità dischiuse dalla modernità, le rotture e le conquiste che essa ha garantito”.

Il saggio «è più una testimonianza della crisi che una proposta. Quello che mi preme è offrire un’esperienza, voglio sottolineare “non barbarica”, che certo non ha alcun valore di esemplarità, è una storia come tante, ma proprio per questo credo consenta di riconoscersi a molti che vivono con inquietudine e disagio questa transizione» (pag. 78-79).

L’analisi inizia con un riepilogo della storia culturale occidentale per poi cercare di capire che cosa è accaduto nel mondo della scuola negli ultimi anni. Successivamente, l’autore esamina la tendenza della letteratura contemporanea italiana e «della crisi della sua centralità nell’esperienza della formazione», del cambiamento avvenuto in seno ai quotidiani dopo l’avvento di tv e internet.

L’invito che Brevini ci fa è quello di non rifiutare quanto appare incomprensibile, di non esorcizzare la società contemporanea con interpretazioni costruite mediante categorie dell’epoca passata. E’ l’invito a vivere e muoversi all’interno della complessità e della realtà del nostro mondo. In fondo c’è la storia dell’uomo a ricordarci che le grandi svolte culturali furono sempre grandi decadenze. Ma ciò non implica necessariamente un degrado.

 f.s.

[Franco Brevini, Un cerino nel buio, Bollati Boringhieri, 2008, 194 pp., € 13,00]

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.