Inventario estivo #4
di Francesco Sasso
Vent’anni dalla morte di Antonio Porta. Considerato tra i poeti italiani più importanti della fine del Novecento, finora ha avuto una fortuna critica singolare, alterna, ricca di pregiudizi, di lacune, di sviste. E che la poesia di Porta continui a vivere è confermato da com’è messa a frutto da molta della migliore poesia italiana contemporanea.
E’ quindi una lieta notizia la recente pubblicazione di Tutte le poesie (1956-1989) nella collana “Gli elefanti” della Garzanti.
L’opera rende conto appieno della genialità del poeta e della sua dedizione quotidiana alla Poesia. Basti ad accreditarla questa citazione: ”Io scrivo sempre poesie di tipo diaristico poi, a mano a mano che le raccolgo, verifico se corrispondono al progetto di mettere un po’ di ordine nella vita quotidiana”
Di Antonio Porta (pseudonimo di Leo Paolazzi) e della sua ricca produzione poetica vanno menzionati almeno: I rapporti, del 1966; Cara, del 1969; Metropolis, del 1971; Week-end, del 1974; Passi passaggi, del 1980; nonché il poema Il giardiniere contro il becchino, del 1988.
La poesia di Antonio Porta si caratterizza per una insanabile antinomia fra la sua visione del reale e il suo sentimento della vita, ponendosi sempre in modo drammatico rispetto agli avvenimenti pubblici e privati. Tutto ciò si traduce in violenta tensione espressionistica dello stile, contrassegnato da cadenze ossessive e linguaggio frantumato.
E conviene dar merito, intanto, alla Garzanti per aver raccolto per la prima volta tutte le opere del poeta vicentino.
f.s.
[Antonio Porta, Tutte le poesie (1956-1989), Garzanti, 2009, 662 p., € 20,00]
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