Tra la fine del Duecento e i primi anni del Trecento

Tra la fine del Duecento e i primi anni del Trecento la storia della poesia italiana ebbe una svolta decisiva: in quel momento comparvero i primi autori la cui opera reca i segni dell’opera d’arte, testi valutabili per le qualità estetiche e per l’originalità stilistica, oltrepassando così la natura di «documenti» di una produzione letteraria delle origini. I protagonisti di questa fonda mentale esperienza furono attivi nell’area bolognese-toscana. Bisogna precisare che proprio in relazione a questo salto di qualità Firenze si manifestò per la prima volta come centro preminente e trainante, fatto reso più chiaro dalla posizione polemica che i nuovi poeti assunsero nei confronti di quelli che, nelle varie città toscane, avevano in precedenza raccolto il magistero di Guittone e della tradizione siciliana.
[Giovanna Bellini • Giovanni Mazzoni, Letteratura italiana. Storia forme testi. Dalle origini al Quattrocento]

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.