SUL TAMBURO n.19: Donatella Giancaspero, “Ma da un presagio d’ali. Poesie”

Donatella Giancaspero, Ma da un presagio d'aliRIMUOVERE IL SUPERFLUO. Donatella Giancaspero, Ma da un presagio d’ali. Poesie, Milano, La Vita Felice, 2015

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di Giuseppe Panella

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“Rimuovere il superfluo” dal dettato lirico e linguistico sembra la parola d’ordine di questo prezioso libretto di versi che distilla il percorso poetico di lunghi anni di riflessione di Donatella Giancaspero:

«Eppure vorremmo / rimuovere / tutto il superfluo / da noi stessi, raschiare via / ogni vanità / e la finzione, / che oscura l’animo / e ci fa vili, / soli / nella vita. // Vorremmo possedere / il nucleo / primigenio del cuore, / cellula intatta, / da cui rinascere / così chiari ed essenziali, / come lo spazio / che si rinnova infinito / nella tua mente / e si fa luce in movimento, / si fa suono, vento… // e strada, / ancora strada / da percorrere» (p. 55).

Quella di cogliere “il nucleo primigenio del cuore” è l’aspirazione poetica all’impossibile, all’impervio, all’assoluto, è volontà di cedere al rilievo infinito dei sentimenti che si propongono così come sono, senza scorie e senza compromessi, come sensazioni pure e incoercibili.

Eppure, nonostante l’assolutezza di queste premesse, la poesia della Giancaspero è fondamentalmente, intensamente, direi irrimediabilmente, poesia d’Amore.

Come ammonisce Plinio Perilli nella sua notevole Nota introduttiva al volumetto e che va molto al di là della pura e semplice presentazione del testo ma svaria in un’ariosa riflessioni sulle sorti della poesia nel Moderno e su alcuni dei suoi autori più significativi (da Rimbaud e Verlaine giù giù fino ad Apollinaire e Ungaretti):

«Leggiamo e rileggiamo anzi questo libro come un inopinato, breve ma esaustivo trattatello in versi sull’amore – sulle sue stanze, pagine, i suoi cieli e le sue finestre, parvenze, mancanze così come presenze, sulle incertezze o incrollabili verità dell’amore, che come la musica, con sette sole note, toni e semitoni, costruisce, addensa e va orchestrando intere, infinite / finite sinfonie di corpi ed anime, gesti e rinunce vitali della stessa sorte… Il pianoforte da riaccordare – come il nucleo primigenio di un cuore, la sua finita / infinita tastiera, alfabeto di sguardi e note, parole che pensano suonano cantano l’etimologia segreta dell’amore, quello di tutti» (pp. 12-13).

Ma la lirica amorosa di Donatella Giancaspero non appartiene al genere tradizionale (né si compiace di quella voluptas dolendi, di quel “piacere della sofferenza”, che troppo spesso la contraddistingue). E’ insieme analisi dei sentimenti propri vissuti felicemente e riflessione su una realtà che sfugge e si nasconde nell’andito più segreto del cuore:

«Ti parlo / di questa nostra vita / condivisa a tratti. / Larghi intervalli / la frammentano / di altra vita / che ti avvolge / e ti raggira / senza il soccorso degli anni / – non prodiga astuzia / né accortezza / la tua età – // Se ti sottrai, / un vento inquieto / si solleva / dai tuoi pensieri / e ti riporta / in questa stanza / come a una riva. / Ti abbraccia / un’ala di sole / dalla finestra / ti scalda il respiro. // Ma non basta / il tempo / che per guardarti / in controluce, / per dire una frase / – quasi una domanda – / a metà / un saluto / una data futura / da confermare » (pp. 74-75).

Lo sforzo compiuto dalla Giancaspero è, dunque, quello fatto in “levare”, nel concentrare nell’espressione linguistica il desiderio che si effonde nelle sue poesie e depurarlo da ogni traccia di animosità, di eccesso di lirismo, di accademismo. Il suo obiettivo è di ricondurre la sua visione della realtà al minimo indispensabile per farla emergere sul bianco della pagina. Non si tratta tanto di una forma di minimalismo deliberatamente esasperato quanto la volontà di una rappresentazione essenziale. Si tratta soprattutto di fare de la musique avant toute chose (come avrebbe voluto Verlaine). La vocazione di concertista di Donatella Giancaspero esalta la forte musicalità del suo dettato e la porta ad esprimere con tocchi leggeri, con brevi incursioni e ritirate di senso, con toni insistiti e toccanti ma mai aggressivi. Le sue petites phrases si riempiono di profondità proprio nel momento in cui sembrano cullarsi nel mare grande di una superficie appena accennata.

«Ma nulla / di ciò che siamo / si mostra in superficie. / Nulla / ci riporta la mente, / pure se la pieghi / in se stessa, se la tendi / fino all’inverosimile, / a scandagliare / il nucleo più segreto / della propria sostanza, / a indagare, / per i vaporosi fondali / del sogno, / l’intrinseca realtà: / uno schermo / la trattiene / e ci lascia / celati a noi stessi. // Solo di tanto in tanto / – contraddicendo / la dura condizione – / un cretto / s’apre qua e là, / a intervalli: / ne sbucano / neri spessori, / cubitali caratteri / di un primordiale alfabeto, / oscuro cifrario / della nostra essenza» (pp. 46-47).

In questa ricerca di apertura verso il mondo, la poesia di Donatella Giancaspero rintraccia e ritrova il cammino che la porta alla consapevolezza di senso che contraddistingue la sua poesia: “il primordiale alfabeto” dell’esistenza che è fatta di contraddizioni e di cifre controverse, di nerezze e di paure, di schermi che trattengono le immagini di una vita che si rappresenta come incomprensibile e il sogno di aprirsi un varco (“il cretto”) in cui andare dall’altra parte, aprire la porticina segreta che fa cessare il Truman Show della vita di superficie e si apre a quell’autenticità che solo la poesia è in grado di concedere come dono a chi la ama.

Con questa aspirazione, la scrittura lirica della Giancaspero si confronta e si scontra, ritrovando nel “battito d’ali” dell’amore concesso a chi sa comprenderne la verità oscura e luminosa tutt’insieme.

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.