Storie ed eventi storici n.6: Il viaggio e la narrazione del viaggio

a cura di Francesco Sasso

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Ha scritto Italo Calvino che “Il luogo è lo scenario del pensiero” (Mondo scritto e mondo non scritto, 2002). Tale affermazione significa che tutto ciò che pensiamo lo pensiamo localizzato da qualche parte, collocato in una dimensione spaziale più o meno riconoscibile, insomma situato geograficamente. Per questo la dimensione geografica, ancor prima di farsi fattore costitutivo di una specifica disciplina scientifica, è sottesa a qualunque atto cognitivo, a qualunque tentativo di comprendere e descrivere il mondo. Il viaggio e la narrazione del viaggio sono due modelli cognitivi universali in quanto il primo e più antico modo di esplorare lo spazio, cioè di tutto ciò che accade e ci sta intorno, è quella di muoversi, di andare a vedere di persona, o di farsi narrare da chi è andato a vedere quanto a visto.

Sempre Italo Calvino, che di geografia e cartografia era fervidamente appassionato, ha parlato del “viaggio come struttura narrativa” (ibidem), nel senso che l’atto di scrivere un romanzo come quello di compiere un tragitto di ricerca scientifica si basano sul “seguire un percorso dall’inizio alla fine (ibidem). Insomma, il sapere umano è per sua natura geografico anche quando non lo sa.

f.s.

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.