Recensione/schizzo #27
Gli scritti che compongono questo libro sono usciti su alcune riviste, in volumi collettivi e in rete.
Dall’amore per i viaggi e il sogno, deriva una serie di scritti nei quali Moresco illustra gli aspetti geografici e visionari, la vita sociale nascosta e spesso degradata dei paesi visitati. Ma non troveremo un resoconto che oggi diremmo giornalistico, ma pezzi che sconfinano nel racconto letterario e nell’invettiva.
Accanto ai testi di viaggio, il volume raccoglie articoli interessati all’arduo problema del rapporto fra letteratura e società. Ecco allora un suo testo esemplare della raccolta:
C’entrano qualcosa queste noticine sulla pittura con noi e la nostra vita? Io credo di sì. Mi veniva da pensare, di fronte ai quadri di Goya e alla meravigliosa e terribile libertà che si prendono, che oggi, nel Duemila, con tutta l’enfasi di questa epoca sulle presunte libertà e possibilità concesse dalle nuove tecnologie e forme di vita, gli artisti, gli scrittori, come tutti quelli che in una forma o nell’altra portano avanti una tensione di ricerca e pensiero, si trovano di fronte a una dimensione ideologica di potere pervasiva e generalizzata che tende a negare ogni possibilità di creazione e di conoscenza non funzionali e a ridurli a piccoli esecutori inoffensivi e ingabbiati. In questa situazione, ogni cosa è da riconquistare e nello stesso tempo da reinventare continuamente, ciascuno per conto proprio e con la propria ineliminabile e insostituibile solitudine e tensione ma anche con la possibile forza comune di un’amicizia e passione condivise, dando vita anche alle prime forme di movimento e di spostamento incisivo e attivo verso l’esterno, per cercare di rompere questa cappa e aprire la strada a possibilità diverse. Non con lo spirito degli accerchiati e di chi può solo difendersi e resistere in una riserva, ma, al contrario, di quelli che stanno sì dentro una fessura che tende continuamente a chiudersi, ma che ci stanno dentro per allargarla, sfondarla, renderla infetta, non più rimarginabile, endemica, contagiosa (pag. 171-172).
L’opera si presenta come un’interrotta tirata retorica, in un linguaggio che risente in pari tempo dello stile visionario.
f.s.