Estratto del libro “Ritratti Italiani” di Alberto Arbasino, edito da Adelphi
CALVINO – ANCHE GLI STAGNINI SONO POSSIBILI POETI
A: Forse tutti s’illudono di esser fuori dal ritmo produttivistico…
C. Lo scrittore dev’essere un gran signore. Se no, non fa niente di buono. Per gran signore intendo anche uno stagnino che fa lo stagnino tutto il giorno, e la sera se gli viene, scrive versi. (Non è una figura retorica; almeno uno ne esiste; io lo conosco). Guai se uno scrive pressato da qualche urgenza esteriore. Senza un abbandono assoluto a cercare la verità del mondo e di se stessi, disinteressatamente, non c’è letteratura che valga.
Quarta di coprtina |
“Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacchiere, con illustri contemporanei quali Roberto Longhi, Aldo Palazzeschi, Giovanni Comisso, Mario Soldati, Cesare Brandi, Federico Fellini, Luciano Anceschi, Luchino Visconti, Alberto Moravia. E notevolissimi coetanei, o quasi – da Calvino e Testori e Pasolini, a Parise e Manganelli e Berio -, coi quali ci si ripromettevano lunghe polemiche anziane davanti a un bel camino acceso, con vino rosso e castagne e magari cognac. Invece, la storia girò diversamente. E così, oltre ad alcuni coetanei vitali e viventi, eccoci qui con care e bizzarre memorie evidentemente prenatali: Dossi, Tessa, Puccini, D’Annunzio, e la mia concittadina vogherese Carolina Invernizio, nonna o bisnonna di mezza Italia letteraria.” (Alberto Arbasino)