Perché non merita di essere studiata la lingua di un popolo che non è nazione

Amo leggere versi bizzarri e scadenti, oltre che belli. In una raccolta letta su google libri, mi colpì la dedica che qui trascrivo:

” Nobilissima dama straniera che, oltre la nativa lingua, parla assai bene la francese, la inglese e la spagnuola, interrogata perché non avesse applicato il pronto ingegno anche allo studio della italiana, rispondeva: perché non merita di essere studiata la lingua di un popolo che non è nazione. – A quella nobilissima dama sono indirizzati questi versi.” (LODOVICO PIZZO.)

(tratto da Ad una dama in NOBILISSIME NOZZE ZEN -ACCURTI, 1 gennaio 1865 tip. Antonelli editrice)

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.