“Occhi di cane azzurro” di Gabriel García Márquez

Recensione/schizzo #12

Gli undici racconti di Occhi di cane azzurro sono i primi scritti da Gabriel García Márquez. Li ho letti tre giorni fa e do qui un sommario quanto impreciso giudizio. Non è una recensione.

Il primo racconto, La terza rassegnazione, è datato 1947, mentre l’ultimo, Monologo di Isabel mentre vede piovere su Facondo, è del 1955. Il primo è un racconto confuso e noioso; l’ultimo è invece un racconto affascinante. La raccolta, dunque, si presenta in crescendo. Se infatti si deve registrare nei primi racconti il tentativo dell’autore colombiano di imitare Kafka e Faulkner, nel prosieguo della lettura le cose migliorano.

Nel complesso siamo dinnanzi ad una raccolta di racconti non bella, a mio parere, ma con qualche lampo interessante. Il grande scrittore era alle porte.

f.s.

[Gabriel García Márquez, Occhi di cane azzurro, Mondatori, 2000, pag. 126, € 5,68 ]

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.