“Non incoraggiate la pedagogia” di Mimmo Cangiano

“Il tempo massimo concesso al docente per parlare è di 3 minuti e 20 secondi. Successivamente è necessario lasciare spazio al dibattito o alle domande degli studenti. In alternativa è possibile introdurre un supporto audio-visivo. Lo studente non può mantenere completa attenzione per più di 3 minuti e 20 secondi”. La collega che dice ciò ha lo sguardo vagamente ironico. Forse non crede a quello che ha appena detto, o forse quello sguardo è inevitabile nel quadro di un contesto universitario in cui l’egemonia che quella frase sottende non è ancora completamente realizzata, ma solo in corso d’opera. Ho ascoltato parole molto simili in altri contesti (negli Stati Uniti in particolar modo): erano dette senza alcuna ricerca di complicità, senza distinguo o tollerante apertura verso le particolarità del contesto o della disciplina. Erano dette con piena, e un po’ arrogante, potenza: la potenza del senso comune.
Siamo in dodici in questa stanza. Il seminario – Teaching: Pedagogy and Practice – è obbligatorio per i nuovi assunti: due incontri, ognuno di 6 ore. Siamo un gruppo particolare: quelli che ancora non parlano la lingua. L’Università ha organizzato per noi un duplicato, in inglese, del seminario di base. Ci sono un matematico tedesco, un chimico canadese, una biologa belga, due politologi, una economista, un filosofo e via dicendo. Le due Professoresse Associate che tengono il corso non sono pedagogiste di formazione e ci tengono a chiarirlo subito (altra ricerca di complicità). Sono una fisica e una storica, ma negli ultimi anni si sono dedicate quasi totalmente al versante pedagogico (“come, ahimè, il mio CV dimostra”, risate), sopperendo al netto calo delle rispettive pubblicazioni attraverso il più oscuro requisito connesso all’ottenimento della tenure (associatura): il service, supporto e assistenza (anche burocratica) alle attività e al funzionamento dell’Ateneo. Si tende a pensare che la pedagogia abbia a che fare con la sfera dell’insegnamento. Non è così. La pedagogia ha a che fare col service. Continua a leggere → su leparoleelecose.it

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.