In un mondo stressato e caotico, la lingua è stressata e caotica. Tuttavia, non posso negare a me stesso il fascino proibito di una lingua cristallina, sterilizzata, senza tempo; una lingua lontana dal terreno della praticità.
Parole che si moltiplicano all’infinito, che si allargano come chiazze d’olio sulla superficie del significato, finendo per occupare spazi non suoi, o ritenuti tali da intere generazioni di uomini e donne. Il linguaggio si sfibra e si consuma, perde colore e le sfumature diventano spazi bianchi o neri.
(È proprio nella grammatica la base stessa dell’esistenza di Dio?, domandò Nietzche).
Non è più la Parola a condizionare il con-testo?
f.s.