Lingua meticcia e cristallina

La standardizzazione della lingua italiana non annulla la Verità della Parola. L’italiano di oggi è policentrico, non più immobile sulle sponde dell’Arno, ma meticcio, spesso pigro, alimentata dalla comunità e dalla tv.

In un mondo stressato e caotico, la lingua è stressata e caotica. Tuttavia, non posso negare a me stesso il fascino proibito di una lingua cristallina, sterilizzata, senza tempo; una lingua lontana dal terreno della praticità.

Parole che si moltiplicano all’infinito, che si allargano come chiazze d’olio sulla superficie del significato, finendo per occupare spazi non suoi, o ritenuti tali da intere generazioni di uomini e donne. Il linguaggio si sfibra e si consuma, perde colore e le sfumature diventano spazi bianchi o neri.

(È proprio nella grammatica la base stessa dell’esistenza di Dio?, domandò Nietzche).

Non è più la Parola a condizionare il con-testo?

f.s.

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.