“La realtà non è di questo mondo” riassume bene la trama de La ragazza che non era lei.
In questo romanzo, costruito come un labirinto liquido di storie che sviluppano l’immaginario, le idee, i luoghi, i modelli americani, non c’è distinzione fra piano del reale e piano onirico, tra piano storico (anni sessanta, figli dei fiori ecc) e piano del mito. La struttura narrativa è infarcita di richiami e modelli di rappresentazione della letteratura e del cinema, nel tentativo di ricombinare le regole canoniche della narrazione di fantascienza.
Tuttavia, secondo me, il romanzo non è perfetto. In molti punti ho avvertito uno scollamento della narrazione. Alcune divagazioni mi sono apparse eccessivamente lunghe e goffe. Il linguaggio è medio. Lo stile piatto.
Nonostante ciò, al termine della lettura si ha l’illusione di aver viaggiato all’interno di un’allucinazione. Resta l’ambiente onirico del romanzo, più che le storie incrociate dei vari protagonisti. Resta la nostalgia di un mondo possibile. Resta la solitudine e l’assurdità della vita. Resta il desiderio di un amore libero.
f.s.