La libera Repubblica dell’Isola delle Rose. “Isola delle Rose” (DVD+libro)

Isola delle Rose, cofanetto dvd (145 minuti) + libro (p.79), NdA press, 2010, € 17,90

FILM: regia di Roberto Naccari e Stefano Bisulli, sceneggiatura di Giuseppe Musilli, Vulmaro Doronzo, Roberto Naccari e Stefano Bisulli

LIBRO: Giuseppe Musilli

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di Francesco Sasso

Nella primavera del 1968, un’isola di ferro e cemento sorse dal nulla a poche miglia dalla costa riminese, in acque internazionali, e proclamò l’indipendenza dall’Italia. Ma il sogno durò 55 giorni.

La vicenda poco nota dell’Isola delle Rose, piattaforma costruita in tre anni circa da un ingegnere bolognese di nome Giorgio Rosa, è raccontata in un agile volumetto e nel bel documentario in dvd edito da NdA press.

Siamo a metà degli anni ‘60, gli operai e gli universitari scendono in piazza, gli afroamericani alle Olimpiadi in Messico salgono sul podio con il pugno chiuso, negli USA vengono uccisi Luter King e Kennedy, ma soprattutto sono gli anni del boom economico italiano. Anni di utopie e speranze, nei quali ogni idea pare possibile. E quindi l’ingegnere Rosa, esperto in costruzioni in ferro e cemento armato, decide di erigere una piattaforma nell’Adriatico, di fronte a Rimini, non però per un desiderio utopico di libertà, ma per una oculata operazione commerciale. L’ingegner Rosa sa che una costruzione in mezzo al mare sarà l’attrattiva turistica dei prossimi anni. Egli dunque progetta di costruire un hotel, un bar e dei negozi. Il tutto in barba alle opprimenti leggi italiane perché l’isola è situata a poche centinaia di metri dal limite territoriale italiano. L’idea pare folle e di difficile realizzazione tecnica. Ma l’ingegner Rosa non si arrende e, dopo tre anni di duro lavoro con l’aiuto di pochi operai specializzati ingaggiati a Rimini, nel ’68 sorse una piattaforma in mezzo al mare con un piccolo bar dato in gestione ad una giovane coppia emiliana.

L’isola diventa subito un’attrattiva turistica. Frotte di curiosi si imbarcano dalla costa riminese per andare a osservare questa strana costruzione in ferro e cemento in mezzo al mare. La stampa italiana e straniera si scatena con reportage e supposizioni assurde. C’è chi afferma che dietro l’ingegnere ci sia una potenza nemica (l’Urss), chi invece ipotizza che sull’isola sorgerà un casinò e un locale per la prostituzione. Calunnie che avranno un peso non indifferente sulla faccenda, tanto da originare un paio di interrogazioni parlamentari e un’accesa battaglia legale tra lo Stato Italiano e l’ingegner Rosa.

Tuttavia gli eventi precipitano verso la conclusione non appena l’Isola delle Rose dichiara l’indipendenza, emana una costituzione scritta in esperanto, inizia a battere francobolli e a rilasciare passaporti ecc. Comicamente, la Repubblica Italiana decide di invadere il nuovo ‘stato’ e interviene con l’invio di unità militari e di polizia, le quali accerchiano e impediscono a chiunque l’accesso all’Isola delle Rose. Inutile ogni tentativo giudiziario del proprietario dell’Isola. La struttura sarà demolita dai guastatori della marina militare. Nasce così il mito dell’Isola delle Rose, la prima repubblica esperantista del mondo.

f.s.

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.