L’Iscrizione di san Clemente e Sisinnio, databile intorno alla fine del secolo XI, si trova nella basilica di San Clemente al Laterano ed è il primo esempio di volgare italiano utilizzato con intento artistico.
L’iscrizione descrive il dialogo di quattro personaggi raffigurati nell’affresco cui si riferisce. L’episodio è tratto dalla Passio Sancti Clementis: Sisinnio ordina ai suoi servi di trascinare in prigione san Clemente, ma questi si è in realtà liberato e i due servitori non stanno trascinando il santo, ma una pesante colonna, senza avvedersene.
Diverse sono le lezioni sull’attribuzione delle frasi ai personaggi; la seguente è tra le più accreditate:
SISINIUM: “Fili de le pute, traite”.
GOSMARIUS: “Albertel, trai”.
ALBERTELLUS: “Falite dereto co lo palo, Carvoncelle!”
SANCTUS CLEMENS: “Duritiam cordis vestris, saxa traere meruistis”.
Accettando questa lezione, la traduzione in lingua italiana contemporanea sarebbe la seguente:
SISINNIO: “Figli di puttana, tirate!”
GOSMARIO: “Albertello, tira!”.
ALBERTELLO: “Poniti dietro a lui col palo, Carboncello!”.
SAN CLEMENTE: “A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare sassi”.
La presenza di parole che, poste vicino alle sagome dei personaggi, rappresenta il suono del loro parlato è un espediente che secoli dopo diverrà usuale nel fumetto.
(tratto da Wikipedia)