recensione/schizzo
di Francesco Sasso
L’importanza di Hemingway come scrittore è stata notevolissima, e non solo nel mondo americano. In Italia, infatti, i suoi romanzi influenzarono lo stile di narratori come Vittoriani e Pavese. Tra le opere dello scrittore americano, I quarantanove racconti, pubblicati nel 1938, occupano un posto di primo piano, modello insuperabile di racconti tutto dialogo e azione.
In questa raccolta c’è l’Hemingway “della parola giusta”, dei dialoghi fitti e dal ritmo incalzante. I nuclei tematici poi migrano, con scene e situazioni, da un racconto all’altro: il tema della felicità impossibile, il tema del combattimento (la caccia, lo sport, la corrida), il tema della guerra.
Inoltre alcuni episodi dell’adolescenza costituiscono la trama dei suoi racconti: ancora bambino, per esempio, egli rimane profondamente scosso da un difficile parto cesareo compiuto dal padre medico all’interno di una capanna indiana (Campo indiano). Veri capolavori sono i racconti africani come Le nevi del Kilimangiaro.
Per concludere, la grandezza dei racconti di Hemingway non può essere messa in dubbio, cosa che non sempre si può affermare di alcuni dei suoi romanzi.
f.s.
[Ernest Hemingway, I quarantanove racconti, trad. Vincenzo Mantovani, Mondadori 2000, pp.516, € 7,23]
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