Ecco i “10 comandamenti”:
1- Siate accessibili. Rispondete alle telefonate anche se non avete la risposta agli interrogativi del giornalista.
2- Siate d’aiuto fornendo al meglio le informazioni richieste. Se non è possibile, date l’impressione di volerlo essere.
3- Siate amichevoli ma anche consapevoli dei limiti della amicizia.
4- Non parlate a vuoto. Se si ignora la risposta è meglio ammetterlo ed evitare i “no comment”, che scatenano sempre voci di corridoio.
5- Non dite bugie. Distruggete la credibilità. Se vi rendete conto di aver detto inesattezze, richiamate il giornalista prima che pubblichi la storia. Se è troppo tardi, ammettete l’errore col suo direttore.
6- Evitate favoritismi
7- Prendete sul serio i giornalisti e ricordate le pressioni cui sono sottoposti cercando di anticipare le loro richieste.
8- Se volete che un evento venga coperto, create la notizia. Se non è possibile, usate frasi ad effetto. Altrimenti sarà il solito prodotto governativo noioso destinato al cestino.
9- Non perdete tempo nel rimproverare i giornalisti che non hanno scritto nei termini desiderati. Lamentarsi solo in caso di imprecisioni, malafede e “sporchi” trucchi.
10- Assicurarsi di essere sempre chiari nel briefing. Presumere che ogni parola pronunciata possa essere pubblicata.
E, infine, scrive Meyer, niente chiacchierate off the records e nessun rapporto antagonistico con i mass media.
______________________________
Cft Mauro De Vincentiis, Teoria e pratica degli uffici stampa. Pianificare, valutare, decidere e gestire: obiettivi, strumenti e modelli della comunicazione con i mass media, FrancoAngeli editore, 2005, pp. 26-27