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di Diego Baldassarre
Quando passa l’Angelo della Morte a scompigliare i capelli, il tempo non ha più lo stesso battito a cui eravamo abituati. Diventa uno stato sospeso dove i punti di riferimento perdono ogni certezza e l’incantesimo della memoria prova a ricostruire quella scialuppa di salvataggio che è il ricordo, l’ultima occasione per dimostrare a se stessi di essere Sopravvissuti.
Nella chiusura della poesia“L’occasione Perduta”, troviamo questi versi che racchiudono il senso più intimo del libro: Ma oggi bisogna gridare, non cantare/ o teorizzare e la poesia vale proprio/in quanto è il canto di un dolore…
Nel marasma dei ricordi, rimpianti, tormenti fisici e psicologici, la poesia diventa l’urlo liberatorio dell’uomo. La forza del verso travalica le considerazioni filosofiche, i ragionamenti epicurei e razionali. Di fronte al dolore l’essere umano ha due possibilità: abbandonarsi all’abisso muto della paura o reagire sfruttando tutte le opportunità che le risorse interiori mettono a disposizione. Giuseppe Panella ha utilizzato “l’occasione della poesia” per difendere se stesso dal degrado psico-fisico rendendo il lettore partecipe e compartecipante di questo riscatto.