Franz Werfel “Una scrittura femminile azzurro pallido”

Ho appena concluso il breve romanzo di Franz Werfel. Piccola perla. E’ come entrare in un piccolo tunnel.

Franz Werfel (Praga, 10 settembre 1890 – Los Angeles, 26 agosto 1945) è stato uno scrittore e drammaturgo austriaco, di origine ebraica, nato all’epoca dell’Impero austro-ungarico.

Risvolto
Siamo a Vienna, nel 1936. Un alto funzionario ministeriale, sposato a una bella e ricca dama viennese, apre una mattina una lettera. Sulla busta riconosce una scrittura femminile azzurro pallido. Quella lettera si insinua immediatamente, come una lama, nella sua vita troppo levigata e la disarticola dall’interno. Apparentemente, in poche righe molto formali, la scrivente chiede l’aiuto del potente funzionario per trasferire in una scuola viennese un giovane tedesco di diciotto anni. Ma, per il destinatario, quelle righe cifrate significano il riaffiorare di un amore di molti anni prima, un amore cancellato con ogni cura. E il giovane ignoto non sarà forse un figlio ignorato? Quella storia, che ora giace nella memoria del brillante funzionario come «una tomba interrata che nessuno riesce più a localizzare», era stata forse il più grande, forse l’unico vero amore della sua vita. Ma al tempo stesso era qualcosa che il suo «cuore guasto» aveva dovuto eliminare. La feroce coazione ad adeguare la propria vita alle esigenze della società (e qui si tratta dell’alta società viennese, magistralmente accennata con piccoli tocchi), quasi un secondo parto operato da un ostetrico di se stesso, hanno distaccato quest’uomo – l’elegante, garbato, impeccabile León – da qualsiasi altro elemento della sua esistenza, dalle sue origini incerte e povere come anche da quella passione inaccettabile. Werfel è riuscito qui a creare una coincidenza fra indagine psicologica e analisi sociale che è quasi disturbante per la sua precisione. Di fatto, l’amante abbandonata è ebrea – e la volontà di cancellarla assume una coloritura livida data dal tempo e dalle circostanze. Questa storia dalla forma perfetta, pubblicata da Werfel in esilio a Buenos Aires, nel 1941, si legge oggi come un amaro gesto di congedo da Vienna e da tutta la civiltà mitteleuropea, quasi una naturale prosecuzione dei racconti dell’ultimo Schnitzler.

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.