Emanuele Marfisi, “Diario di classe”

di Francesco Sasso

Emanuele Marfisi (Faenza, 1972), maestro «in una piccola scuola di campagna, sperduta nella bassa pianura bolognese», esordisce con Diario di classe (Discanti 2010), buon romanzo con una vena mordace composto da quadri realistici e spiritosi di vita quotidiana in una scuola elementare.

Il protagonista del romanzo, Michele Marchesi, racconta la sua esperienza fra i banchi della scuola elementare di Arcella, comprensorio residenziale di Imola, prima come timido alunno di un maestro aspro e adoratore di Bettino Craxi, tanto da decidere di sostituire le lezioni di matematica con quelle di politica craxiana; poi come giovane maestro precario circondato da alunni xenofobi e extracomunitari, accomunati dal desiderio di diventare veline o di partecipare al GF (Grande Fratello), assediato dalla burocrazia e da genitori prepotenti e ignoranti. Tuttavia il romanzo è pieno di personaggi paradossali e divertenti fortemente caratterizzati. Ne cito alcuni: il nonno Palmiro, fascista che muore teatralmente a fine di giornata quando è costretto ad abbandonare i locali della Bocciofila frequentata da vecchi partigiani comunisti; l’alunno Gemellone, sorta di poeta della bestemmia e del gioco delle carte; il bidello Porca Madoska, ex metallaro e sindacalista, anello di congiunzione fra la scuola di ieri e di oggi. Sono solo alcuni dei tanti personaggi del romanzo, così vivi da riuscire ad immaginare la loro silhouettes, la voce e i gesti. E su di essi scende la sferza della satira del personaggio-narratore. Il romanzo autodiegetico, come direbbe Genette, è infatti incentrato su un io che si abbandona al flusso della memoria. Un io che trascorre dialetticamente dal presente (2008) al passato (anni ’80), dall’attualità (la riforma della scuola) al ricordo. Sviluppa i tratti salienti della formazione etico-intellettuale del protagonista, e con lui di un’intera generazione che si confronta con la realtà odierna. I momenti più godibili derivano proprio dal gioco del paradosso, dagli effetti surreali, e sono sempre puntuali ritratti di vita sociale che deflagrano sulla ribalta della scuola. Scritto in uno stile semplice, brioso e spesso umoristico, Diario di classe è un romanzo che, partendo dal microcosmo della scuola, ritrae il degrado della società contemporanea.

f.s.

[Emanuele Marfisi, Diario di classe, Discanti 2010, pp.206, € 14,00]

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Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.