Ecco un grande scrittore italiano. Ci riferiamo a Gesualdo Bufalino (Comiso, in provincia di Ragusa, 1920-1996), i cui romanzi e le cui prose autobiografiche risentono delle suggestioni della grande letteratura decadente, da Proust a Pirandello, ma anche della lezione di stile dei rondisti.
Calende greche, per tentare una disanima pur breve di un’opera stilisticamente meno fragorosa a confronto con Diceria dell’untore, sembra un romanzo, o sarebbe meglio dire un’autobiografia romanzata, eterno, poiché è incorniciato nel ciclo della nascita e della morte del protagonista, eppure gli episodi narrati possono essere moltiplicati all’infinito; se appare la parola fine nell’ultima pagina del romanzo, i capitoli interni potrebbero almeno potenzialmente essere infiniti. Lo stile dello scrittore è inconfodibile: una sinfonia di parole.
f.s.
[Gesualdo Bufanlino, Calende greche, Bompiani, 2002, pag. LV-231, euro 8 ]
Pubblicato da retroguardia
Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA".
Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana.
Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc).
Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.
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