Breve nota critica sulla poesia di Giancarlo Bianchi

di Giuseppe Panella

La poesia di Giancarlo Bianchi si sostanzia della sua capacità di coniugare emozioni ed afflati di diversa derivazione con la sua vena fondamentale che è quella della ricerca del mistero in direzione religiosa.

Come si può facilmente intendere anche dall’esergo del suo primo testo, la sua prospettiva lirica si muove nella direzione aperta da Mario Luzi (senza però evocare e connettersi alla dimensione più terrestre vista come rifugio vitale espressa anche negli ultimi componimenti di quest’ultimo).

In Bianchi, tuttavia, vi è un’attenzione maggiore alla prospettiva dell’esperienza, esistenziale e sovrana, della comprensione mistica del mondo. La ricerca di qualcosa di più alto, di più elevato, di autenticamente sublime colto a ridosso della bellezza naturale e umano lo spingono a rincorrere visioni estatiche presenti nella dimensione di un Sacro visto come estenuazione e accrescimento delle possibilità della bellezza. Un testo come questo, ad esempio:

“Un solo legame / una sola vita eterna / unisce tutte le cose / onda di vita / forza inesausta, palpitante / nei cieli e negli abissi. / Il silenzio parla / e brilla sulla soglia / del portale di luce”

è significativo di questa prospettiva. La poesia, per Bianchi, è il “portale di luce” al quale attingere per cogliere la complessa ma sostanziale unità del cosmo. La vita non è altro che la sanzione di questo intreccio tra natura e storia, tra realtà umana e prospettiva escatologica.

Unificare cielo e terra è tipico di molta della poesia religiosa contemporanea (si pensi a David Maria Turoldo che è sicuramente tra le letture di formazione del poeta Bianchi) e non tanto per sminuire la terrestrità umana quando per esaltarne, forse paradossalmente (alla Pascal) la creaturalità.

In Bianchi, la necessità di elevazione spirituale si accompagna alla volontà di purificazione della parola poetica e alla sua solidificazione in monumento scritto, in monodia (per citare uno dei titoli dei suoi libri più riusciti) verbale e cantico innalzato verso l’alto in nome, però, anche di ciò che rimane sulla terra. La sua poesia, dunque, si nutre di questo desiderio e delle sue emozioni in vista di un approdo futuro per gli uomini tutti.

Qui puoi leggere alcune poesie di Giancarlo Bianchi

Pubblicato da retroguardia

Docente e critico letterario. Dirige la rivista di critica letteraria "RETROGUARDIA". Si è occupato in particolare della narrativa di Guido Morselli e Gesualdo Bufalino. Altri interessi di ricerca riguardano anche la poesia contemporanea, la teoria della letteratura, il romanzo fantastico e comico, la metrica italiana. Suoi interventi critici sono apparsi in rete (Musicaos.it, Retroguardia, La poesia e lo spirito, ecc) e su alcune riviste di letteratura (Tabula rasa, Narrazioni, ecc). Socio fondatore dell’associazione culturale e membro del comitato di lettura di vibrisselibri, redattore de “La poesia e lo spirito” dal 2007.